Tempelhof The Remixes 2013 - Elettronica, IDM, Ambient

The Remixes precedente precedente

I Tempelhof mettono insieme una serie di interpretazioni di tracce del giro nu italo disco così bello che pare di ascoltare un nuovo album del duo.

Le collezioni di remix possono essere due cose: un'inascoltabile accozzaglia di sonorità diverse, ottime per i dj (che di solito però si sono già procurati le gemme altrove), pessime per l'ascoltatore, a meno che non si tratti di un fan sfegatato. Oppure possono essere un noioso tunnel tutto identico a sé stesso, ottimo per i dj, pessimo per l'ascoltatore. La terza via è quella rara, ed è rappresentata da una collezione di remix talmente variegata e allo stesso tempo coesa da sembrare un album fatto e finito. E avete già capito che questo è il nostro caso.

I Tempelhof infatti mettono insieme una serie di interpretazioni (in alcuni casi si fa prima a chiamarle così) di tracce del giro nu italo disco che è così bello da ascoltare da farti dimenticare che non si tratta di brani originali del duo. L'attacco con “Hello My Friend” di Luminodisco, che pare di sentire i Giardini di Mirò bagnati nell'elettronica anni '80, è strepitoso. Di lì in poi è pista di decollo per “Bolts Dreaming” di Dyno, un mood da Moderat quando sono veramente a pieno regime; con “Do Da Hit” di Luca Baldini ci si assesta nella giustamente prevedibile rotta disco che continua “4 Aggressive Young Boys” di Margot. Occhio però che i Tempelhof non inseriscono mai il pilota automatico e in pochi minuti passano da un sentimento ad un altro con la bravura dei musicisti a tutto tondo. Sentite “Jurij” di Crimea X (sarà mica lo Jurij di ferrettiana/zamboniana memoria?) che potrebbe essere la b-side di un 45 giri dei Frankie Goes To Hollywood, o “Chocolate Black Leather” di Ajello con Hard Ton che potrebbe essere un remix perduto di Mantronix. Il secondo incontro con Luminodisco in “Balerama” (titolo geniale a pari merito con “Balerasteppin'” di Macrobiotics) è un bel apparecchio a metà fra proto-house e prima techno tipo Model 500, mentre l'atterraggio con i papà Confusional Quartet di “Futurfunk” ribadisce una sensibilità per il dancefloor mai disattenta però sul versante 'puro ascolto'.

Bravissimi.

---
La recensione The Remixes di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-09-19 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia