Milaus Rock da city 2003 - Rock, Indie, Alternativo

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Dopo numerose apparizioni in varie compilation e dopo una buona manciata di demo e mini cd, ecco finalmente il primo, vero album dei Milaus. Contenuto in uno splendido digi-pack fluorescente ispirato alla (pop)-street-art a cura del bravissimo Giacomo Spazio, “Rock da city” è un eccezionale esempio di indie- pop-(post)- rock ubriaco e sbilenco.

Forti di un attitudine quanto mai eclettica e dichiaratamente naif, i Milaus si ubriacano di dEUS e Pixies per poi scrivere canzoni quanto mai stralunate, che oscillano ora come un sasso lanciato da una fionda (e che fionda!) ora come un piuma che, sbilenca, si adagia al suolo. Giulio Favero (chitarrista dei One Dimensional Man), in cabina di regia, riesce a rendere il suono della band, già di per sé saturo e mutante, ancora più fendente ed efficace, riuscendo magnificamente nel lavoro di unione e sottolineatura delle peculiarità di tutti gli strumenti usati per la realizzazione di queste nove canzoni.

Ecco quindi l’incipit adrenalinico di “Blanket man” - miscela esplosiva di distorsioni e stop-and-go ritmici, fra feedback, coretti à la Pixies e dissonanze più pavementiane - e la vulcanica accoppiata “Happy coccinella”/“Rock connection”, due eccezionali pezzi di puro internazionale indie pop rock che vi giuro sono animati da un carisma non comune. Per non parlare delle ballate, sempre scritte e interpretate in maniera mai prettamente convenzionale, che toccano territori ‘post’ in “Fools witch” e raggiungono melodiche vette acustiche in “An ocean”, conclusa da una suadente coda strumentale impreziosita da vibrafono e clarinetto.

Quasi come il risultato della eterna lotta fra due estremi che non scendono mai a compromessi ma che convivono rispettandosi, i Milaus riescono a coniugare l’amore per il rumore, la velocità, il groove e l’indie-rock alla melodia e alla dilatazione, in una maniera assolutamente personale e mai derivativa, anche se chiaramente ispirata ai modelli precedentemente citati.

“Rock da city” è un disco eccezionalmente fresco, pieno di vita e di voglia di vivere: un oceano indie di viaggi, serenate, giocattoli, amore, bombe, vino e soprattutto sano rock ‘n’ roll.

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La recensione Rock da city di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-02-14 00:00:00

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