MINIMITERMINI NOVOTRONIK 2013 - Trip-Hop, Post-Rock, Electro

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Radicale cambio di rotta per i MinimiTermini che ripudiano il grunge degli esordi per avventurarsi in territori elettrowave di più grossolana fattura.

Passare in poco meno di un anno da un grunge-rock cantato in italiano ad una elettrowave dilatata con liriche in inglese è un po’ come cambiare fede politica nel giro di un pomeriggio (e ho detto tutto!). Che ciò sia frutto o meno di un cortocircuito creativo o di una premeditata rimodulazione d’intenti poco importa di fronte alla temerarietà di questo quintetto capitolino che, quasi rasentando l’incoscienza artistica, ripudia in un amen la carnalità rock degli esordi per inginocchiarsi sui ceci davanti a ben più inafferrabili e sintetici scenari metropolitani.

La resettaggio del navigatore però funziona solo a tratti visto che la band romana finisce per ritrovarsi nel bel mezzo di un denso nebbione sonoro che – colpa anche di una registrazione fonicamente poco conciliante – affratella un po’ troppo grossolanamente synthpop, shoegaze e dreampop, per quanto piacevolmente calibrati da un paio di 6 corde taglienti che gridano post-punk da tutti i pori.

La mancanza di una sapiente produzione artistica in grado di valorizzare i chiaroscuri atmosferici, la dispersività di alcuni passaggi e una dorsale vocale non propriamente all’altezza (della lingua inglese in primis, mi perdoni Antonella Pacifico) penalizzano persino i frangenti più ispirati, quali Come on over (tra Echo & The Bunnymen e gli Slowdive), l’elettrodark in slow motion di "Isabel Control", lo slancio Bristoliano di "Black Milk" e i plumbei delay alla The Edge in salsa shoegaze di "NYC Sky".

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La recensione NOVOTRONIK di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-02-11 00:00:00

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