Tre pezzi in cinque anni, non certo un ritmo da forzati del lavoro. Nonostante questa scarsa propensione per lo studio di registrazione, i Nome riescono a farsi notare ogni volta che decidono di far uscire qualcosa. Accadde nel 2008, con quel pezzone vero che è “Le cose succedono”, accadde un anno dopo con “Io non riesco più a stare zitto”, accade oggi con “Anfibio”. I Nome sono un gruppo-non gruppo, nel senso che non è una band che va in sala prove o fa live. Si tratta di un progetto che all’inizio metteva insieme Michele Bitossi dei Numero6, lo scrittore Matteo B. Bianchi e Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Il primo scriveva le musiche, il secondo i testi, il terzo cantava. Ma senza una progettualità a lungo termine. Almeno fino a questo momento, visto che i Nome promettono di tornare con maggiore regolarità dopo “Anfibio”.
Salutato Davide Toffolo, voce dei primi due pezzi dei nome, al suo posto è stato reclutato Davide Ferrario, cantautore classe 1981, chitarrista di Battiato e Nannini da parecchi anni e - soprattutto - uno che potrà dare molto, una volta trovata la quadratura del proprio cerchio. Quadratura che invece hanno ormai messo a punto Michele Bitossi e Matteo B. Bianchi (cui si è aggiunto Ivan Rossi alla produzione). Se il primo dà sfogo al suo istinto pop come e più che negli altri suoi progetti, il secondo trova dei testi sempre piuttosto complicati, ma mai arrotolati su se stessi (limite che a tratti ha frenato il Bitossi paroliere). Il risultato è un equilibrio pressoché perfetto e “Anfibio” riporta questo sodalizio ai livelli del singolo d’esordio. Certo, manca quel synth che ti tirava dentro in un giro, ma la qualità è altissima.
“Anfibio” è un pezzo più scuro, che compie un paio di giri prima di scoppiarti in testa e chiederti di farlo ripartire in continuazione. Parla del sentirsi fuori luogo in ogni contesto, “in parrocchia o fuori di galera”, del tentativo continuo di adattarsi. Una sensazione che spinge a reinventarsi o a non trovare una forma mentis definitiva, diventando - appunto - anfibi che giocano la propria partita in ogni situazione. Un pezzo non immediato, ma con musiche, testi e arrangiamenti che filano alla perfezione. L’ho detto: Bitossi e Bianchi hanno trovato un equilibrio perfetto e sapere di non dover aspettare anni per avere qualcosa di nuovo è un’ottima notizia.
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