NUT Babylon 2014 - Psichedelia, Progressive, Post-Rock

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Il nuovo disco dei NUT, tra sperimentazione, mito e natura.

Che sperimentazione, curiosità ed estremo interesse al mito e alle terre lontane siano la base portante del lavoro dei Nut è chiaro, e ciò si capisce sia dal titolo dell’album “Babylon” (Babilonia: la culla della civiltà) che dal nome stesso della band (Nut era la dea egizia del cielo e della nascita).
E ancora di più lo è quando si arriva all’ascolto del secondo pezzo di quest’album, The Return, interamente adattato su un canto Tuva (Siberia), canto che permette di ottenere un effetto polifonico nel tentativo di riprodurre rumori e suoni della natura e avere un contatto diretto con lo spirito.
Si tratta di brani tendenzialmente lunghi, psichedelici, di sperimentazione e di evocazione. I Nut hanno unito l’eredità loro lasciata dai “Titani” Pink Floyd (in Hybris soprattutto), ad un’apertura all’oriente, che è ciò che dà un tocco di magia all’album, al post-rock dei Mogwai, degli Explosions in the Sky (in ∆ e Daimon) e dei Russian Circles (in Whisper e Chameleon) e al progressive dei Porcupine Tree (Hybris).
Il risultato: un intenso gioco tra melodie ed atmosfere scure e profonde, un album che incuriosisce gli amanti del genere.

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La recensione Babylon di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-02-06 00:00:00

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