Supervixens Nature and Culture 2014 - Rock, Noise, Ambient

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Post-industrial dai contorni cosmici, riscrive il rock e ingloba tutto il resto

"Nature And Culture" dei Supervixens è post-industrial. Simone 'Kopko' Marsi dietro synth, arnesi da lavoro e chitarra; David 'Ci' Ciampalini (anche Ambient Noise Sessions) su basso e synth; Marco 'Thall' Talini dietro chitarra e oscillazioni; Jonatan 'Jon' Tomasello su percussioni e batteria; Amaury Cambuzat (anche Ulan Bator, Faust) alla steel guitar, produzione artistica e mix.

Non è un progetto di pura sperimentazione, o meglio non solo: c'è post-hardcore, c'è avanguardia, c'è la fisicità blues che rende interessante e significativa la loro visione e il loro approccio alla noise musik. Il fluire del lavoro è riuscito, congegnato, mai goffo. Sono quattro tracce di manipolazione, di sferragliata sperimentazione, il dissapore che incontra la claustrofobia. Il titolo, "Nature and Culture", suggerisce tre modi di interpretare il disco: a) "Nature": la Natura è nell'organicità della materia sonora, nei pezzi, che sono tattili, ovvero nel blues, nella sensazione di non ascoltare, in un suono che si sfiora. Le tracce scorrono sulla pelle, la toccano materialmente e sono l'una il seguito ideale della precendente: creano lo scenario, lo modellano, lo compattano. b) "Nature And Culture": Natura e Cultura sono l'ambiente sonoro musicato dai Supervixens, ambiente che non crolla in progressioni velleitarie o nei cliché della kosmische musik, è un ambiente che si crea e si ridefinisce costantemente grazie ai suoi stessi movimenti, creando un elemento fluido e sempre diverso. c) "Culture": la Cultura è nella proposta, è uno stimolo, porta avanti la ricerca del nuovo, calca nuovi possibili scenari musicali e sradica l'inerzia.

È musica, che coinvolge. Non è de-strutturazione: i Supervixens non incorrono nell'errore di forma dell'attuale post-rock, in cui si ripropone la stessa classica brodaglia da quindici anni. Non prendono la struttura del brano rock e la demoliscono ancora una volta, il processo è inverso: sfruttano la deformazione per ristrutturare, danno forma ed equlibirio, creano qualcosa di nuovo. Riscrivono il rock, in sostanza. Certo è un sentimento che rimane ambiguo, non lo si riesce a cogliere con determinatezza: rerafazione minimalista in opposizione a ferocia noise, l'incorporeità dell'ambient music contro la fisicità del post-noise, la rarefazione del kraut contro la depravazione del post-industrial. "Nature And Culture" è un putiferio aspro, scalpita nella sua corposità: nelle pelli di Jon, nella steel di Cambuzat, nei colpi secchi di Thall e Kopko e negli attacchi a muro di David C. Unica pecca la conclusione di "Chromo" (terzo brano): ha uno sviluppo affrettato, rapisce meno, non rispecchia a dovere le fratture degli altri pezzi. Resta un ottimo disco.

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La recensione Nature and Culture di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-02-26 00:00:00

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