Why Not All Mayday 2013 - Rock, Grunge

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Un buon disco grunge cantato in italiano

Loro sono i Why Not All ed il loro album, "Mayday", spazia dal rock al grunge con un sound decisamente americano. Riferimenti a Stone Temple Pilots ed Alter Bridge, con una vena più pacata post-grunge in pezzi come “Mayday”, “No war” (inizialmente) o nelle strofe di “Fuori” , alla “One Last Breath” dei Creed o  alla “Broken” dei Seether, il tutto concluso con una spruzzatina pop-rock in “Niente basta”. Per capirli un po’ più a fondo bisogna ascoltare i testi: si parla di calma apparente e di illusioni ("Segni"), di un mondo di distruzione e polvere, di una guerra senza eroi, di come fare a non soccombere ("No war") e di un senso di prigionia ormai indotto dalla società. Ciò non fa altro che incrementare il bisogno di aria e di libertà, o meglio ancora di stabilità, presente in ognuno di noi ("Dimmi ciò che vuoi"). Si parla di chi si sta svegliando e di chi si è già svegliato in cerca di risposte e di occasioni ("Fuori") senza fossilizzarsi, e soprattutto senza vivere di apparenze ("In onda"). Infine, si parla di relazioni umane e della difficoltà nel portarle avanti in questo momento, arrivando a capire che in realtà la forza sta proprio nel sostegno reciproco e nella presenza dell’ uno e dell’ altro ("Mayday"). 

Tutto molto americano, nei suoni come come negli argomenti trattati. Un filo anni 90, ma comunque un buon lavoro.

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La recensione Mayday di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-03-24 00:00:00

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