PUS Catàbasi 2014 - Rock, Psichedelia

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Rock con dentro ogni influenza possibile. Aspettiamo l'album

Solitamente il termine Pus riporta ad un qualcosa di sporco, quasi marcio, fastidioso... i Pus si sono così inizialmente definiti per sottolineare la sporcizia e l’irruenza del loro sound. In realtà non è così male come può sembrare. Il loro EP conta tre pezzi che accompagnano l'ascoltatore nel suo viaggio verso gli inferi ("Catàbasi"). “Forse un po’ stupido” apre il cammino: pezzo piuttosto rock, molto alla “Slither” dei Velvet Rrevolver, caratterizzato al termine da una virtuosa performance di pianoforte. Un po’ più di colore e di atmosfera psichedelica ci sono in “Voglia d’ingoiare”, un filino a cavallo tra anni '80 e ’90, in pieno periodo Badalamenti-Twin Peaks, sempre però mantenendo una venatura alternative alla Flaming Lips. Il viaggio si conclude con “Il Dr. Oblivion possiede ancora parte di noi”, molto lungo, circa una decina di minuti, potrebbe essere considerato come due pezzi in uno: la prima parte sembra una filastrocca, la voce è molto bassa ed immersa nella strumentazione, con lunghe pause musicali ed un ritornello Motorpsycho; dal settimo minuto in poi si arriva al termine, scandito da pianoforte e ritmica a metronomo e dalle videoallucinazioni di questo mondo così assurdo.  "Un laboratorio di idee" come si autodefiniscono. Ora però basta definizioni, c'è bisogno di un album intero.

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La recensione Catàbasi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-05-29 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • 3 anni fa Rispondi

    nice blog thankyou for the information

    INIJOKER