La Macabra Moka
Ammazzacaffè 2014 - Stoner, Rock

Ammazzacaffè

È adrenalina o solo l'effetto della caffeina?

I piemontesi de La Makabra Moka decidono dopo tre anni dal demo, "Espresso", di far uscire il loro primo album: "Ammazzacaffè". Caffeina, adrenalina e digestivi in effetti non mancano. In quel di Cuneo si suona in un contesto fatto di trattorie, bar con arredamento anni '70 e grandi tornei di briscola (rende particolarmente l’idea il promo del disco, simpatico). Il risultato è un album dal tiro molto potente (lo riassume “Pogo Roadkill”, la bonus track finale) dall’inizio alla fine, un’Osanna a Dave Grohl ed i suoi Foo Fighters. Certo magari non è da proporre in un’osteria!
Ascoltando l’inizio di “Economia domestica” avrei scommesso che i pezzi fossero in inglese, invece è tutto interamente in italiano. Non è una scelta stilistica e non c’è nemmeno chissà che significato recondito, semplicemente l’album è uscito così, auspicandosi che “la gente canti sotto al palco”. Brani significativi sono “Biancaneve e i 7/4” per il suo tempo dispari, “Fibonacci” per i suoi due minuti iniziali di solo strumento ed i rimanenti arzigogoli stilistici, “Manrovescio”, pestatissima prima ed armonica, e "L'eterno ritorno dell'uguale", ballatina all'italiana (Ministri style). Si può scegliere se ascoltarli tutto d’un fiato, “alla russa”, oppure un po’ alla volta, sorseggiandoli con calma.
Personalmente scelgo la prima opzione, sono una bella scarica, e la sensazione è proprio quella del brividino che un bicchiere di Jager lascia dopo un buon pasto.

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