Blunoa L’importanza di essere imperfetti 2002 - Grunge

L’importanza di essere imperfetti precedente precedente

Disco d’esordio autoprodotto per i quattro parmensi, tra le band migliori ascoltate negli ultimi tempi che viaggia con padronanza tra l’alternative rock e alcune trasversalità proprie dell’indie classico. Figli della decade 90’s, i Blunoa sanno coinvolgere dal primo all’ultimo pezzo, atmosfere oscure e groove dilatati (“Dispersioni”) si aprono a visioni liquide ricche di melodia e fascino. Le liriche hanno il loro peso, sempre ironiche ma riflessive allo stesso tempo, felice quadratura compositiva di un album che già dall’artwork curato nei mini dettagli, meriterebbe il massimo dei voti.

I punti di riferimento appartengono, come dicevamo, a quelle formazioni che hanno lasciato una lezione seminale nello scorso decennio; ecco allora che l’ipnotica “Senza alcuna importanza” riflette i Primus a braccetto con le litanie vocali care a Mike Patton all’epoca dei Faith No More. La chitarra svisa improvvisamente, il basso si trasforma in una macchina ossessiva e l’aggressività prende il nome di “P.I.C./dogma”, autentico crossover ‘made in Italy’, subito bilanciato dalle parole asciutte di “Odio fermarmi ai semafori rossi” che ci consegna i Blunoa, band intelligente con potenzialità tutte ancora da sfruttare. Il finale è avvincente, uno di quelli che vorremmo non finisse mai: la splendida “Tutto quello che sei” ci rimanda gli Afterhours meno paranoici, catapultando pensieri e sogni in un grande spazio aperto… fino alla conclusiva “Giugno”, otto minuti di sostenuta e stridente argomentazione sonora. Aspettando il disco della maturità… per ora l’importante è rimanere imperfetti.

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La recensione L’importanza di essere imperfetti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-04-25 00:00:00

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