Lions in a Coma Northern Lights DEMO 2014 - Alternativo, Post-Rock

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Molteplici sfumature post-rock. Bell'esordio

L’EP d’esordio dei Lions in a coma ha qualcosa di magico e speciale. Si chiama “Northern lights” e in effetti risplende di quella luce velata del nord Europa di cui non si capisce bene il colore: sono sfumature chiare, pastelli opachi di giorno che sprigionano la loro luminosità solo di notte, quando nel cielo così scuro le stelle emergono in prospettiva con quel loro colore indefinibile tra il giallo, il bianco e l’azzurro, e collegando i punti segnati dalle stelle si disegnano immagini spettacolari e sorprendenti nell’oscurità.

Allora le tre tracce di “Northern lights” sono sognanti, creano un’atmosfera indefinibile e allo stesso tempo attraente, creano un effetto di sublime che oscilla tra la delicatezza e l’energia. Per suscitare sensazioni inesistenti in natura, la voce non conta molto, l’unico modo di cogliere una dimensione superiore è lasciare il posto ad un mezzo altrettanto superiore: la musica. È per questo che la prima traccia, “The sky is not grey enough for the snow to fall” è ben riuscita, perché è quasi tutta strumentale, dove la voce è solo una cornice leggera tracciata a matita. “Tonight (I’m bleeding)” convince leggermente meno perché c’è troppa voce. Ma la magia ricomincia subito con “The birth and death of Ison”, esclusivamente strumentale, da ascoltare nell’oscurità silenziosa guardando il cielo e la sua immensità rivelarsi davanti ad occhi che non capiscono se quelle immagini siano un sogno oppure no.

Allora i Lions in a coma hanno osato con un post-rock che dedica tanto spazio alla musica e hanno fatto bene. È strano pensare che sia un gruppo italiano, quindi tanto orgoglio e complimenti per sorprenderci ancora di più la prossima volta.

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La recensione Northern Lights DEMO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-08-29 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • MrJethro 9 anni fa Rispondi

    Per suscitare sensazioni inesistenti in natura, la voce non conta molto, l’unico modo di cogliere una dimensione superiore è lasciare il posto ad un mezzo altrettanto superiore: la musica.

    ...Freddie Mercury, James LaBrie, Celine Dion, Frank Sinatra, Robert Plant, Demetrio Stratos ecc... ringraziano il "critico musicale" per non averli considerati musica...anzi esseri inferiori nel naturale mondo della musica nel quale c'è spazio solo per gli strumenti. Ma la voce allora cosa sarebbe?