Ed Ward Man Overboard 2014 - Cantautoriale

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Uomo in mare, il mare che circonda le isole britanniche e porta al mondo il loro suono.

Qualche sera fa ho guardato per la millantesima volta “Once”, e per la millantesima volta mi sono strutta di nostalgia per l'Irlanda, manco ci fossi nata e vissuta, un paio di volte da turista ci sono stata! Però, in attesa che qualcuno mi riveli finalmente da quale ramo del mio albero genealogico arriva il sangue celtico che avverto scorrermi nelle vene, mi crogiolo nella convinzione che corrisponda a realtà quell'immagine dell'irlandese che canta e suona in ogni dove, tipo la scena della cena in Once appunto, quando tutti si mettono a cantare e a suonare e sono tutti molto intonati.

Questo pippone sul fascino musicale delle verdi lande d'Irlanda, Scozia e dintorni per dire che il motivo per cui tu che condividi con me il trasporto per le torbiere e le brughiere e le cime tempestose vorrai bene a Edoardo Santini in arte Ed Ward è la sua capacità di portarti in quei posti e di farlo con assoluta naturalezza. Nei suoi racconti dolceamari, nei suoi violini agresti (ma non troppo: folk classico sì, ma non datato e paesano), nelle trombe che scuriscono il sound (anche qui, non troppo: “nero” quanto può esserlo un Paolo Nutini) e nella voce emotiva non c'è nessun proclama forzato, nessun “vedi quant'è bello il cielo d'Irlanda” alla Modena City Ramblers: la sua musica non è uno sguardo da fuori, è il vissuto di chi - fisicamente o anche solo spiritualmente - appartiene a certi luoghi, è un suono che sembra davvero essere nato in un paese con quindici case e quattro pub in cui ci si riunisce per bere e ascoltare storie e cantare insieme una “Sad song”.

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La recensione Man Overboard di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-05-02 00:00:00

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