DINOSAURI ALOHA. 2014 - Pop, Ritmi, Dance

ALOHA. precedente precedente

Revivalismo e atmosfere e synth anni ottanta. Bell'ep

Ricordi quella frivolezza stampata nelle cornicette quadrate delle polaroid? L'odore di lecca lecca alla fragola, il giradischi e quella notte d'estate? Il verde marino che sta nei tuoi occhi, che anche se acceca lo voglio fissare, fino a star male. Ho aperto il cassetto e poi l'ho richiuso. “Eppure noi (non ci siamo estinti mai)” è già terminata, il tempo di una full immersion di ricordi profumati. “Uno splendido disastro”, non avrei dovuto farlo, adesso ballo da sola al ritmo di questa traccia dancereccia e credo ancora che tutto possa risolversi riempendo la valigia di cartone con quello che non va, partire e lasciarla lì. Porto con me solo i Dinosauri e il vinile di "Aloah". Ora che l'ho ascoltato per intero so che mi salverà dall'afa e dalle spiagge affollate, fresco come la tramontana che soffia da nord, come la limonata zuccherina sulla punta della lingua.

Con il revivalismo di atmosfere e synth anni ottanta, la giovinezza prima perduta e poi impressa in “#treverticale” si può toccare, ipotizzare nuovamente, rivivere, basta chiudere gli occhi e lasciar ondeggiare la testa, altrochenò. "Aloah" ha in sé il motivo spumeggiante, tropical, che riesce a rendere “Vita” - scritta vent'anni prima da Lavezzi e Mogol, e cantata poi da Dalla e Morandi -  commoventemente vintage e allo stesso tempo perfetta a descrivere questo momento, qui, ora, immersi come siamo in immagini e immaginari. Poco da aggiungere, un piccola meraviglia di Ep.

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La recensione ALOHA. di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-05-15 00:00:00

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