Fabio Masutti Singolare Maschile 2014 - Cantautoriale, Indie, Pop rock

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Un album che sembra partorito da un'intera band e mischia i canoni del genere rock con un synth strettamente pop

“Singolare maschile” non suona per nulla come un disco cantautoriale, ma al contrario sembra essere il frutto di una vera e propria rock band. Infatti, nonostante sia stato interamente suonato da Masutti, le parti sonore di ogni strumento sono non solo ben arrangiate, ma anche complete e non marginali. Si percepisce che l’album è stato pensato e realizzato per essere eseguito da un intero gruppo.

La base delle dieci canzoni è quella tipica del rock anni '90, con una spruzzata di elettronica data perlopiù da un synth onnipresente. Si va dall’apertura di “Come me ad esempio”, che suona a metà tra gli Afterhours e i Bluvertigo, ai primi Negrita con “Maledetta musica”, dal vago rimando ai Verdena di “La libertà”, alla litfibiana “Hey lombrico”, sino all’elettrorock di “Vuoto a perdere”. Il suono è spesso pomposo: i limpidi riff di chitarra vengono contrastati dagli arpeggi sintetizzati di fiati e tastiere. Però a dominare tutti i brani sono i giri di basso, sempre azzeccati, che riempiono il suono scalzando la chitarra dal ruolo di protagonista.

Le liriche, da un lato, trattano di massimi sistemi (“Il giudizio di dio”, “Libertà”) e inveiscono contro l’inerzia dell’uomo moderno (“Come me ad esempio”, “Hey lombrico”), dall’altro, si lasciano trasportare verso un personale intimismo (“Migliore”, “Maledetta musica”, “Principe”). Testi non pretenziosi ma che si concordano piacevolmente con le musiche.

Il primo lavoro solista di Fabio Masutti nel complesso funziona, ma non riesce ad avere mai un vero guizzo, un momento in cui si eleva sopra la media. La musica per quanto riesca a far trasparire un proprio stile, non spinge né verso il virtuosismo proprio del rock, né verso un sound strettamente pop, restando su un bilico che non è in grado di risaltare e convincere pienamente; inoltre le influenze elettroniche sembrano essere fini a se stesse, in quanto non danno l’impressione che vi sia una vera padronanza del genere. Forse sarebbe stato preferibile privarsi completamente di tali ornamenti e tentare una strada che puntasse maggiormente su un rock spoglio da addobbi.

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La recensione Singolare Maschile di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-15 00:00:00

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