morse code fever wondered why fold things are so fcool 2014 - Alternativo, Post-Rock

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Tra noise e post-rock un album che incuriosisce e cattura l'attenzione: non regge l'intera durata dell'album, ma il risultato è più che sufficiente

La prima cosa che affascina sin dall'inizio è il riff di chitarra ipnotico sostenuto da un basso ripetitivo e frastornante e da una batteria che senza strafare incornicia ben bene questo quadretto musicale. “Hey you robot! Just say yes!” è tutto qui. Condensato, carico di significato, immediato, e basta. Senza tanti orpelli. Questa è “Robot”, ouverture di un disco che si fa largo tra noise e post-rock. “Strange Folks”, la seconda canzone, ricorda vagamente “Bugs” dei Pearl Jam, anche se poi riesce ad evolvere in qualcosa di proprio e articolato. La voce nervosa incanta, ma che non sia l'elemento trainante del disco lo si capisce ben presto: la terza traccia, dal nirvaniano titolo “Polly”, è un bel pezzo strumentale, sporco ma curato, e soprattutto coinvolgente. La successiva “Desert” è un crescendo che diventa incazzosissimo andando a ricordare da vicino i Kina di “Troppo Lontano”. Con “Yow Trip” aumentano esponenzialmente la schizofrenia e l'instabilità di questo trio: pian piano si arriva a non capirci più niente; ma è da lì in avanti (eccetto la valida “Uncontrolled”) che le idee sembrano esaurirsi, si inizia a perpetuare uno schema assimilato, cercando di ricombinare le cose meglio riuscite delle prime tracce: tanto sporco, tanti stacchi improvvisi, il minimo indispensabile di voce e un'energia che appare però sempre più fioca. Poco quindi da dire su “Soar”, “Messy Hair” e “Drive Ban”, con la sua conclusione dal taglio radiofonico che va a chiudere definitivamente questo "Fever Wondered Why Fold Things Are So Fcool".

Potenza e potenzialità da vendere ma forse troppa voglia di fare un disco “lungo”. Sarebbero bastate forse le prime cinque tracce, dato che nella seconda parte lo skip diventa quasi inevitabile, anche se lo si fa con un pizzico di dispiacere. Quello che manca forse è proprio un passo ulteriore, uno sguardo d'insieme all'album che permetta di farne un prodotto unitario e non il semplice insieme di tante piccole canzoni, che finiscono con l'assomigliarsi l'una all'altra, pur con le loro mille variazioni interne.

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La recensione fever wondered why fold things are so fcool di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-04-10 00:00:00

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