DEFOLT DEFOLTYPES 2014 - Rock

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Tre pezzi funk-rock, tre personaggi dell'età moderna raccontati con passo zoppicante

Stramberie da Lecce. Questo quintetto salentino ci porge all'orecchio un trittico i brani per disegnare la propria opinione sulla contemporaneità e i disagi della gente. Con una mescola di funk e rock, scarabocchiano linee grossolane per disegnare tre ipotetici personaggi simbolo di un immaginario provinciale. "L'Ebete", "Willyman" e lo "Sparpajapittule" sono stereotipi fastidiosi e duri a morire, chi si venderebbe il culo per i fatidici 15 minuti di notorietà, chi rimane prigioniero del proprio avatar digitale e non esce dall'"on-line addiction", e chi le spara grosse per potersi impettire di fronte ai più. Tutti cliché poco attraenti se descritti in questa maniera didascalica e sempliciotta. I brani hanno anche un tiro niente male, le chitarre sono suonate con gran senso del ritmo, c'è groove ed anche capacità di esecuzione, buono il missaggio e l'amalgama dei suoni, in sostanza musicalmente i Defolt fanno del buon rock energico ma sono i testi appunto, a frenare il definitivo decollo del loro operato. Una lettura punk non sarebbe sufficiente per fare da puntello, è necessaria una rielaborazione dei concetti nelle liriche, un quid di orginalità che sappia trasformare anche le idee più banali in storie almeno formalmente accattivanti. Se la musica c'è ed è piacevole, da assestare rimane il colpo della poetica, tra i Negrita e Roy Paci (ma senza raggiungerli), i Defolt hanno imboccato una strada di non difficile percorrenza con questo primo ep, servono però più incisività e spunti che siano di forte presa per arrivarci in fondo.

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La recensione DEFOLTYPES di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-23 00:00:00

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