Molti gruppi italiani (vedi Linea 77) con la nascita del crossover hanno cercato di cavalcare l’onda, soprattutto volgendosi al mercato internazionale e strizzando l’occhio ai kids italiani, nel mare degli innumerevoli cloni di Korn e Deftones prima, e di Slipknot poi.
Alcuni non sono caduti nell’ovvio e hanno cercato, seppur con difficoltà, di sviluppare una propria identità: ci troviamo di fronte ad uno di questi esempi. I Biosystem55, infatti, riescono a conservare una interessante vena metal esplorando con personalità le sonorità sopra citate.
Dopo l’intro “Activhated”, il demo si apre con “Aura” dal suono grezzo, granitico e molto Fear Factory (come del resto lo stesso intro, a partire dal nome…). Tutto sembra ben chiaro fin dall’inizio: growling e testi cupi e rabbiosi, ovvero la solita ricetta già sentita e risentita ma comunque d’effetto e dalla fattura pregevole. “Violatech” ci propone qualcosa di più vicino al crossover classico (in stile Slaves On Dope e Machine Head) per poi riavvicinarsi al suono sopra citato.
“Sound prog.” è la traccia più violenta ed interessante: le due voci s’intrecciano su una base eterogenea che scuoterebbe anche gli animi più candidi e spensierati. Il demo si conclude (anche se in realtà nei solchi è presente anche una traccia nascosta) con “E.d.t.” e “Show no mercy”, tracce che non si discostano dallo schema compositivo delle altre songs.
Insomma, che dire? I BioSystem55 dimostrano di lavorare molto e con intelligenza, e probabilmente possiedono le potenzialità per rivolgersi al mercato discografico internazionale.
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