Attitudine e carica, manca solo un estro creativo più fertile
Azzardato, nel 2014, oltre 20 anni dopo l'uscita di "Nevermind" (l'indiscussa pietra miliare del genere) pubblicare un disco d'esordio che si colloca nei confini del grunge. Sia chiaro: non che da queste parti la scelta venga vista in maniera negativa, semplicemente suona un po' strano ritrovarsi ad ascoltare qualcosa che, in questo preciso momento nella storia della musica, sembra davvero fuori luogo.
Ma i WonderNoise, stando a quanto ci raccontano queste 9 tracce, se ne fregano altamente. Fulminati sulla via di Seattle (passatemi l'immagine retorica), non paiono affatto intimoriti di fronte agli inevitabili paragoni che il sound del loro esordio si porta in dote. Ma meglio avere una buona dose di faccia tosta piuttosto che suonare con poca convinzione; esattamente come fa questo power trio friulano, senza sconvolgimenti di sorta, anzi mantenendosi fedeli al verbo al punto di scegliere l'inglese come lingua in cui esprimersi.
Ma veniamo alle influenze, un passaggio inevitabile viste le premesse. I Nirvana, senza dubbio, anche se forse il paragone calza meglio se tiriamo in ballo i Silverchair - e così, in un sol colpo, chiariamo anche il metro di misura. Ciò per dire che non siamo di fronte a dei fuoriclasse, ma farei un torto non da poco ai ragazzi se scrivessi male del loro esordio. Perché gli Wondernoise non hanno fatto altro che mandare a memoria non solo un suono ma probabilmente anche un immaginario ben definito. C'è da crescere, certo, e neppure di poco: bisogna migliorare la scrittura tentando di farsi coinvolgere sempre meno dai modelli (come ad esempio ben fanno su "New year's day"). Perchè l'attitudine r'n'r c'è così come c'è la giusta carica, manca solo un estro creativo più fertile.
D'altronde poteva andare peggio: poteva essere un gruppo hip-hop.
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La recensione s_t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-15 00:00:00
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