Un esordio non facile per un progetto dalla mentalità multiforme
Un primo omonimo ep per i romani Uskebasi con il quale affacciarsi, ufficialmente, al panorama musicale italiano, ma forse non solo.
Cosa propone questo pazzoide e giovanissimo trio? Difficile spiegarlo con estrema facilità e sintesi: mischiate le migliori influenzi fusion, macchiate un po’ la tavolozza con rigurgiti progressive-rock, agitate con reminiscenze math rock e aggiustate il tutto di free jazz quanto basta e un gusto per un certo groove vagamente mediterraneo; insomma immaginatevi i Mars Volta che in un mercatino dell’usato scovano qualche vinile dei nostrani Area e si mettono a giocare in sala prove tra continui rilanci e richiami citofonati di universi sonori lontani, anche cronologicamente.
Il trio suona alla grande, soprattutto la sezione ritmica ha dalla sua una batteria chirurgica e onnipresente, un basso pulsante che scivola veloce tra le pieghe dei vari tempi, una chitarra tagliente e lancinante che percorre in lungo e in largo tutte le tematiche sonore; bello e interessante anche l’uso di rumori e voci nascosti nei vari brani.
Quello che colpisce di più ad ep finito non è solo la tecnica sopraffina degli Uskebasi, ma la rapidità e la semplicità con cui cambiano tempi, ambientazioni, suggestioni e linguaggi sonori: il loro modo di fare musica è il futuro, abbattendo muri e steccati didascalici e oramai logori. Una personale nota di merito la spenderei per il terzo brano “Sgt. Matsugoro” che dei sei del lotto credo sia quello che meglio rappresenta una summa della storia sonora della band.
Non è un disco facile, non è un progetto facile, non è una mentalità facile da proporre quella degli Uskebasi: ma è originale e soprattutto supportata con le armi giuste.
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La recensione Uskebasi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-19 00:00:00
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