àlia Asteroidi 2014 - Cantautoriale, Pop

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A cavallo tra 20 anni di musica pop, Àlia crea la sua magica galassia tra rivisitazione e sperimentazione.

Cosa distingue un disco pop fatto bene da un disco pop totalmente scontato? Oltre che la sperimentazione e la voglia di giocare con nuove sonorità, è la sapienza di riuscire a cogliere ciò che di buono è stato creato dai propri predecessori e fonti di ispirazione e fonderlo con la propria sperimentazione e identità.

Àlia è riuscito ad attingere il necessario da tutto ciò che costituisce il suo background musicale rimescolandolo sapientemente, osando e sperimentando nuove combinazioni e creando un interessante ibrido tra musica d’autore e pop che si lascia ascoltare tutto d’un fiato dalla prima all’ultima traccia. Possiamo definire “Asteroidi” un album maturo in cui si ripercorre tutto ciò che è stato fatto sperimentato nella musica pop italiana dagli anni ’80 fino agli inizi degli anni 2000.

Ogni traccia è una scoperta, un mondo a sé da esplorare in tutte le sue note e i suoi strumenti. “Cats” è un pezzo che smuove i ritmi dell’album e si rifà sfacciatamente al pop italiano di fine anni '90, con chiari richiami alle metriche e alla narrativa dei Tiromancino; introduce a melodie molto più coinvolgenti e orecchiabili rispetto all’apertura low e riflessiva di “Bouquet” che, come pezzo introduttivo, spegne le aspettative sull’intero album, ritrovando però la giusta dignità in chiusura nel suo reprise in vesta version.

“Goldie Hawn” è una bossa nova inaspettata, un caldo abbraccio di ritmiche sudamericane che coglie di sorpresa rispetto all’impostazione elettronica predominante nell’album, a differenza di “Case di ringhiera” e “Asteroidi” che sono un puro omaggio al pop dei Denovo e al Mario Venuti d’annata. “Verso il centro” riporta all’orecchio il Franco Battiato de “L’imboscata”, con le atmosfere oniriche e surreali di “Memoria di Giulia” o “Amata solitudine”. “La sicurezza degli oggetti” continua sulla stessa ispirazione e sonorità, e il co-writing di Giuliano Dottori è percepibile sin dalla prima nota.

Un album decisamente particolare che trova nella metafora astronomica assoluta verità: è una galassia piena di stelle, ammassi interstellari, gas e polveri che roteano attorno la forza gravitazionale del pop con la grazia e armonia del miglior cantautorato impegnato.

 

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La recensione Asteroidi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-10 00:00:00

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