Matt ConfusionSatori, Take Me Away2014 - Lo-Fi, Folk, Blues

Satori, Take Me Awayprecedenteprecedente

Il blues visto dalla finestra del palazzo di fronte.

Satori non è un componente dei Beehive, né un rotolino di riso e alghe del giapponese, tanto meno il nuovo acquisto dell'Inter; Satori nel Buddismo Zen è il risveglio spirituale in cui non c'è alcuna differenza tra il soggetto che riceve l'illuminazione e l'oggetto della stessa. Matt Confusion invece non ha altre interpretazioni che quella di cantautore folk-blues da camera, usa casa sua come studio di registrazione ed il risultato è sorprendente. "Satori, take me away" è il titolo del suo disco e c'è da chiedersi se per "away" intenda proprio via da quelle stanze in cui l'aria viziata ha ormai preso il sopravvento dopo ore di registrazioni. Quello che si sente in questi 8 brani è minimale e pieno d'anima, la strumentazione è ridotta alle sole chitarre e a un microfono, tutto il resto lo fa il sentimento e la capacità tecnica, due elementi devastanti se usati bene.

Ritmi leggeri e moderati, fret noise a far da metronomo, note blu dove serve, arpeggi precisi e accordi incastrati perfettamente tra acustica ed elettrica, nella sua semplicità questa scelta di essere intimo e "nero" è certamente vincente, al limite della perfezione. Le sonorità non sono nuove, e nemmeno le strutture dei pezzi, riconducibili ai super classici del blues americano come B.B. King o Elmore James, ma anche a musicisti più contemporanei come Neal Casal o John Spencer Blues Explosion, o agli italiani The Cyborgs, ma c'è una vivida necessità in queste poche canzoni, quella di arrivare distante pur rimanendo fermi, di comunicare incidendo chitarra su chitarra senza orpelli. C'è molta qualità in questo album, immaginarlo con arrangiamenti più complessi e pomposi è sbagliato, per ora, Matt Cofusion a dispetto del nome è un musicista da open-mic, che sale sul palco un po' controvoglia spinto dall'amico e che però alla fine lascia il pubblico attonito per il feeling che crea con il suo strumento e che piano si diffonde come un odore sui vestiti. Chiusi a Monza non si può sempre stare, Matt Confusion ha tutto per farsi notare da un pubblico esponenzialmente più grande, basta volerlo.

---
La recensione Satori, Take Me Away di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-14 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autoreavvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussioneInvia