Lucky Times Lucky Times EP 2014 - Psichedelia, Alternativo, Garage

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Esordio della giovane formazione alternative campana, le intenzioni sono buone ma il risultato fa acqua da più punti

I Lucky Times, giovane formazione campana, sono ambiziosi; lo dimostra soprattutto il tentativo di spaziare al di là degli orizzonti più scontati, affrontando anche minutaggi relativamente impegnativi (“Dioniso”) e cercando di trarre ispirazione, per testi e musiche, da linguaggi e mondi lontani da quello della tradizione del rock anglosassone, filtrando però il tutto attraverso la loro sensibilità tipicamente alternative/psichedelica.
Volendo essere puntigliosi, il risultato è spesso manierista: vedi il surf spagnoleggiante della opener “Pampero” o il riff portante di “Tomahawk”, che, al di là di un leggero richiamo melodico, ha molto da spartire con “Wherever I May Roam” dei Metallica, più che con la musica dei nativi nordamericani, che il titolo e il testo (anche lui un po’ banale, ma vabbè…) suggeriscono essere la fonte di ispirazione.
Al di là del manierismo, in questo “Lucky Times” ci sono diversi elementi notevoli, considerando che siamo davanti all’esordio di un gruppo di giovani principianti: il riffing e le parti di chitarra e basso in generale sono ben scritte e coinvolgenti (notevole, in particolare, il blues di “Del Dio, del Fuoco e dell’Uno”), i suoni sono quasi sempre robusti, convincenti, e c’è una certa cura nella ricerca delle atmosfere e dei paesaggi sonori da disegnare; cura che emerge soprattutto in alcuni passaggi strumentali particolarmente evocativi (“Dioniso”, la bella ma ripetitiva “Stonehenge”), che sembrerebbero anche segnalare una discreta maturità nel songwriting. Il problema è che in realtà le buone intenzioni, le ambizioni e i punti di forza sono sepolti sotto una coltre di carenze e immaturità: in primis è il cantato, un salmodiare confuso che a tratti sembra voluto e a tratti frutto di avventatezza, ad essere e spesso furi luogo e fuori tono, andando a cozzare con le atmosfere ricercate e con le sonorità da alternative rock “serio” che il gruppo cerca di mettere su. Anche l’esecuzione a volte mostra la corda, e non mancano passaggi fuori tempo e imprecisioni.
Insomma i Lucky Times sembrano avere un’idea sufficientemente chiara, ed anche per certi versi interessante, di quello che vogliono essere e di come vogliono suonare. Di lavoro da fare ce n’è però molto, per affinare il processo di traduzione in note e poi in canzoni di questa idea. Per tanto, fino alla prossima prova, in bocca al lupo.

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La recensione Lucky Times EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-23 00:00:00

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