PARAFUNK ANCESTRAL 2014 - Pop, Funk, R&B

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Tra coraggio e insicurezza

L'immagine perfetta per descrivere "Ancestral" è quel momento in cui abbiamo deciso di fare bungee jumping ma arrivati alla piattaforma di lancio e guardando in basso arriva la paura. In testa simuliamo il salto mille e più volte: ora salto ora salto, ripetiamo, ma alla fine non saltiamo. I finali possibili sono grosso modo tre: arriva qualcuno da dietro e ci spinge giù, scendiamo dalla piattaforma e rinunciamo, prendiamo coraggio e saltiamo. Il primo disco dei Parafunk si trova proprio su quella piattaforma, in sospeso. Una decisione la band già l'ha presa (vogliono provare a saltare) ma è ancora ferma a quel punto, che temporeggia, decidendo se saltare o meno, e tutto si gioca su questi due binari: da un lato il coraggio, dall'altro l'insicurezza.
Da una parte, dunque, delle scelte coraggiose, scelte interessanti, che stupiscono, dall'altra scelte trattenute, accomodanti e poca originali.
Il coraggio sta innanzitutto nel proporre un genere che ad oggi riceve sempre meno attenzioni nel panorama musicale italiano e quindi il valore della scelta è reso grande proprio dalla decisione di suonare ciò che veramente i membri del gruppo amano, cosa per nulla scontata. Scelta coraggiosa è anche quella di non proporre un altro ep di cover ma di cercare il salto di qualità e abbandonare un'isola fin troppo affollata in cui a volte si rischia di prendere residenza. E di coraggio ce ne vuole molto per scrivere degli inediti e confrontarsi con gruppi che hanno fatto la storia del genere come gli Incognito, i Brand New Heavies o i Count Basic.
L'insicurezza è invece prima di tutto nel suono. La band milanese ha ancora poca personalità dal punto di vista musicale, poche linee di basso davvero incisive, poca originalità nelle melodie e nelle strutture dei brani (se non in un paio di casi come "They Can't Believe" e "You're A Miracle") e poca interazione col futuro. L'insicurezza è presente anche nella scrittura dei testi. Tematiche spesso ripetitive e affrontate dalla stessa prospettiva che mostrano solo la superficie di chi scrive. Dov'è l'intimità? Dov'è il lato oscuro? Almeno nei brani che non parlano di festa e che non hanno come unico scopo l'intrattenimento sarebbe bello scoprire una maggiore profondità di analisi e una maggiore esposizione delle proprie paure, dei proprio stati d'animo. La traccia "Over Me", in questo senso, è una sorta di finestrella che affaccia sul giardino di fiori e che potrebbe essere presa come punto di riferimento per i prossimi lavori.

Non resta quindi che aspettare una nuova prova dei ragazzi e vedere se nel frattempo avranno trovato il coraggio di lanciarsi giù da quella piattaforma. Per correttezza bisogna però aggiungere che oltre a pregi e difetti i Parafunk possiedono un'indubbia abilità nel far suonare i loro strumenti e delle grandi basi per smentire quanto appena detto sulle loro insicurezze. La prova, oltre ai già citati esempi, è data soprattutto dalla concezione dell'intera struttura del disco: un disco compatto, ragionato e dal sound omogeneo, un disco vero insomma, non un'accozzaglia di pezzi messi lì a caso per fare presenza. E poi sanno far ballare, e Vonnegut per questo già se la ride compiaciuto.

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La recensione ANCESTRAL di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-23 00:00:00

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