Francesca Lago Mosca bianca 1997 - Rock

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Elettronica non convenzionale, fascino, buon songwriting sono tre elementi predominanti nel disco di debutto di Francesca Lago. Attraverso il disco di Francesca registrato con una nutrita cerchia di collaboratori (Marc Ribot, Morgan, Technogod etc.etc.) appaiono spettri di Sugarcubes nelle linee melodiche e Patty Pravo nel modo d'interpretare, sebbene le voci delle due donzelle siano completamente diverse. Francesca per tutta la durata dell'album supera la classica forma della canzone italiana. E se i suoni stralunati e cybernetici sembrano soltanto una deviazione per confondere, in realta' e' proprio la struttura delle canzoni a risultare anticonvenzionale e certamente non facile. Un lavoro appunto difficile che si rivolge ad open-minds e che e' un capitolo a se' nella produzione italiana attuale, assolutamente non un usa e getti. Da conservare in uno scaffale. Liberta' di espressione ed un elogio alla Edel che ha pubblicato questo coraggioso lavoro pieno di idee, che avrebbe meritato una maggiore diffusione e programmazione. Ascoltando "Io immaginario" si liberano buone vibrazioni, risultato dell'unione di sperimentazione e raffinatezza, con quelle tastiere che si affiaccano in un labirinto industriale e tecnologico. "Niente per me" e'condotta dalle chitarre elettriche, contornata da carillon elettronici, un hit single underground. "No, no, no, no" sperimentando sulla doppia voce non convenzionale, e' pura follia e con i Technogod in mezzo non poteva essere altrimenti. Rumori che diventano suoni morbidi e velluttati. Acciaio fuso dalla fiamma del cuore. Ma Francesca e' capace d'incantare anche con toni decadenti in strutture drum'n'bass nella bellissima "Venere e Marte", sorta di manifesto sull'amore universale, uno dei pezzi forti dell'intero album, pezzo di grande lirismo e fascino che raccoglie frammenti di meteoriti sonore in una implosione interna. "L'altra meta'" con intro esoterica-indiana, e' l'approfondimento della nostra introspezione ed e' piu' normale, un rock d'assalto, ma sempre con punte contorte! Cantautrice per il Terzo Millenio. Originale interprete dei risvolti complicati dell'animo umano, rivisita anche ossessivamente il classico pentagramma, desiderando di essere l'alter-ego di Tetsuo.

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La recensione Mosca bianca di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1998-10-31 00:00:00

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