Autumn's Rain Om 2014 - Rock, Alternativo

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Un album che piroetta ad un ritmo indie-rock.

Assoli stonati, bending sballati, sezione ritmica martellante e tanto feedback. Questo è “Om” degli Autumn’s Rain. Un’ardimentosa band che sfida la crisi del rock italiano, impacchettando, più o meno bene, undici tracce vestite di flanella. L’album piroetta incerto fin dalla prima traccia, “Like!”, toccando temi quali l’utilizzo sfrenato dei social network, l’alienazione coltivata nelle urban jungle, l’ecologia, la metamorfosi dell’individuo in uomo metropolitano. La band veneziana rigetta, ma non trova rimedi. Un po’ come la musica che propone. Brani non privi di interessanti spunti, ma che peccano di poco impegno. Le distorsioni alla L7, sostenute da un quattro corde che fila dritto su un charleston e rullante alla Kill The Young, non sempre si abbinano alla voce poco accordata di Luca Volpato. Un urlato sommerso, basso rispetto al muro di suono. Niente di originale. Si pensi ad Alberto Ferrari ed il gioco è fatto. Magari Davide Perucchini, fonico dei Verdena e addetto al missaggio di “Om”, ci avrà messo lo zampino, ma una scelta così decisa porta con sé i suoi problemi: parole acefale che vanno a comporre melodie spesso anche ben centrate (vedi “Too Loud” e “Medea”). Il difetto non è riscontrabile solo nella qualità vocale. Riff alla Nick Valensi (“Una persona qualunque”) o assaggi di disagio adolescenziale (“Ansia”), non sorprendono, scorrono via senza graffiare. Il brano che colpisce maggiormente è “Vergogna”, su cui, forse, sarebbe il caso di puntare in futuro per non lasciare che tutto duri un addio.

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La recensione Om di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-08-26 00:00:00

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