carnenera carnenera 2014 - Psichedelia, Metal, Post-Rock

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Suoni densi e brutali per una band di metal eretico

Se l’inferno è torrido quello dei Carnenera è tra i più torridi che si possano pensare. Sludge, doom, free rock. Le coordinate suggerite dal gruppo sono diverse ma portano tutte a un territorio scuro, prevalentemente strumentale e dai suoni densi. I riverberi opprimenti e le svisate psichedeliche di “William Blake” trasformano il pezzo in un bolero occulto, minaccioso e affascinante. “La marcia dei triceratopi” rallenta ulteriormente la batteria e inserisce la vocalità impossibile di Dalila Kayros. Il risultato è una canzone brutale e spessa, vicina per certi versi all’emotività rumorosissima dei Thank U For Smoking. “Self Harm” è una sorta di shoegaze laico - o di metal eretico - nel quale i Carnenera fanno i sentimentali alla maniera degli Jesu: costruiscono un bel brano giocando sull’attesa di un disastro che non arriva mai e sul crescendo di una melodia che non diventa mai del tutto compiuta. Al contrario dei Carnenera: loro sì che sono una band compiuta. Altroché.

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La recensione carnenera di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-24 00:00:00

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