MALAMADRE MALAMADRE - Collettivo Socio-Narrativo Di Fumetti Musicali 2014 - Rock, Progressive, Folk

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Tra Led Zeppelin, Alice in Chains e folk meridionale: alchimia riuscita?

I Malamadre sono una band in bilico tra l’influenza degli Alice in Chains acustici, e quindi molto influenzati dal blues, e quella del folk meridionale. La voce oscilla ugualmente tra Layne Staley (anche se credo che ci sia invece l’intenzione di ripercorrere le orme di Robert Plant) e Edoardo Bennato, semplificando molto. L’unione dei due mondi non è però nuova (quanti artisti meridionali hanno seguito questa strada dagli anni 70 in poi) né riuscita: ed è questo l’aspetto negativo del progetto. Si può benissimo rifarsi ai classici, suonare classici, ma avere quel quid, tra urgenza di cose da dire e personalità che scorre impetuosa nei binari di genere, che rende freschi e imprescindibili per gli amanti di un determinato genere: si vedano, nel campo rock blues, i Rival Sons.
Qui invece mancano la capacità di costruire canzoni che colpiscano e rimangano impresse. Inoltre, l’attitudine progressive di cui la band si vanta appare irrealizzata, dato che il lato folk emerge in certe canzoni (come in “Il tango del portiere” o “Sindona”) e quello rock blues in altri. Dei modelli del secondo di cui si sente l’eco si è già detto: si può solo aggiungere la miracolosa epifania del fantasma di “Thick As A Brick” dei grandissimi Jethro Tull nel break di “L’umile” o dei Led Zeppelin acustici in “Identikit”, ma – purtroppo – è un attimo. I modelli del secondo paiono a tratti un Vinicio Capossela non a fuoco (ma anche Eduardo De Crescenzo), a tratti i Negramaro in versione più rock (e non credo che almeno questa opzione sia nei desiderata della band).
Il vero collante delle canzoni del gruppo pare essere il suono, molto ben definito, basato su chitarre molto bluesy, tra l’acustico e l’elettrico. Considerando che né i testi riescono a catturare (il mio gusto preferisce più semplicità e meno arzigogoli), né le canzoni paiono in possesso di quell’hook che le renda tormentoni indimenticabili, stante anche il clima sempre cupo e incazzato, il lavoro dei Malamadre pare un volonteroso apprendistato alla ricerca di un’alchimia riuscita tra le varie componenti e influenze della band.

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La recensione MALAMADRE - Collettivo Socio-Narrativo Di Fumetti Musicali di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-05 00:00:00

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