Kayleth The Survivor 2012 - Stoner, Rock, Psichedelia

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Possente e massiccio il suono dei veronesi Kayleth dimostra di aver ben appreso la lezione dello stoner rock benché non sia ancora in grado di soddisfare a pieno.

Un messaggio in codice morse ci avvisa di qualcosa nei primi secondi di questo “The Survivor”, quarto lavoro dei veneti Kayleth, ma non fa in tempo a salvarci, perché subito dopo veniamo travolti da un massiccio muro di suono che ci spinge possente nel mondo oscuro e infuocato di “Anvil”, brano con cui si apre il disco.

Sin dalle prime note la macchina del tempo sonora ci riporta dritto negli anni a cavallo tra la fine degli ’80 e i primi ’90, benché le ispirazioni siano varie e anche più remote, tanto da immaginare i Kayleth come dei giovani Black Sabbath che jammano con Kyuss e Melvins.

Dopo la scarica di adrenalina iniziale, l’impulso sfrenato si placa nella successiva “Desert Caravan”, ossessiva come un rituale nella strofa, ma esplosiva nel finale.  Un’ulteriore frenata ritmica con poco incisive sgommate elettroniche ci apre le porte della terza traccia, che dà il titolo all’intero album. “The Survivor” è un brano dove la pesantezza del doom si fa psichedelica e si spande come lava ardente sui pendii taglienti della montagna sonora. Sette minuti e mezzo di tormentata danza “magmatica” che trovano l’apice nella lunga coda strumentale.
Torna a picchiare lo stoner con “Waterfall”, che sebbene nell’intro rischi di sembrare una versione un po’ più sporca di “First Day of my Life” dei The Rasmus, prende già nella strofa una piega ben più marcia e aggressiva.
Interessanti gli arrangiamenti e i cambi di ritmo della successiva “In Front of You”, con un curatissimo basso che sostiene bene l’andamento della strofa, un inaspettato bridge elettronico che collega le due parti del brano, e una bella cavalcata chitarristica nel finale.  Per chiudere il sipario troviamo la cover di “The Nile Song” dei Pink Floyd, senza lode e senza infamia.

“The Survivor” è un disco che non aggiunge né toglie nulla ad un genere ancora molto seguito, come lo stoner, ma dimostra in nuce che puntando maggiormente sulle influenze psichedeliche si potrebbe fare molto di più.

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La recensione The Survivor di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-30 00:00:00

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