DEERIVE Songs After Bongs 2014 - Indie

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Deerive: Tra sogni distorti e luci inespresse

Se la luce in fondo al tunnel è un inizio di un nuovo risveglio, i Deerive sembrano essere invece ben piantati nel sogno dream pop che l’album “Songs After Bongs” porta con sé. Capace di racchiudere sempre con molto equilibrio le schitarrate dilatate nel tempo e le voci eteree alla sostanza e consapevolezza melodica, emozionale che band come gli Smashing Pumpkins o gli Afterhours ci hanno lasciato in eredità.

L’album si apre con “Finalmente”, uno dei pezzi più introspettivi del gruppo, dove l’intimità vocale si fa più sincera chiudendosi in se stessa e al contempo riuscendo a colmare lo spazio e il vuoto lasciato dall’anima della gente e dalla riflessione di un amore finito. La realtà non è come sembra e la vita si tinge di finte convinzioni che sovente ingannano e disilludono le persone.

Passando a “In 5 minuti” affiorano nuove sonorità più dure e meno avvolgenti, influenzate da stati d’animo coltivati da una rabbia maturata nel brano di apertura. Le chitarre mantengono in parte gli stessi canoni che accompagnano l’intero album; distorsioni che si agitano tra l’intimità melodica dell’inciso e la denuncia di un malessere dei giorni nostri, senza mai sfociare nello shoegaze più aspro e spezzate unicamente nei versi, dove la canzone assume i connotati del crossover e di uno screamo rappato abbastanza serrato.

Nel corso dell’album si svolta nuovamente su sonorità più pop con “Si inizia male”. Le atmosfere ricercate si asciugano favorendo passaggi più ritmati e cambi di tempo, allentando dunque l’intensità dell’ascolto. Un sound che tuttavia non tradisce il percorso della band; proponendo anche in un pezzo più convenzionale come questo bei riff e buone trame chitarristiche. Si va così a scandire quello che è il tema della canzone, mossa da una difficoltà e un bisogno nell’agire ed esporsi agli occhi della gente.

“Tressette” vuole essere il brano più completo dell’album per interezza di suoni, ma in realtà è l’operazione meno riuscita per via di un timbro vocale troppo timido e pulito, che fatica a dominare appieno la canzone. Tuttavia l’album della band genovese si chiude con la strumentale “Privo di argomenti” che concettualmente, ricalcando in estetica il brano degli Afterhours “Ho tutto in testa ma non riesco a dirlo” esprime il vero leitmotiv di “Songs After Bongs”: un sogno confuso e perpetuo, destato da una realtà non sempre adeguata alla vera natura delle cose; esaltato nel complesso con più efficacia, nella qualità emozionale delle melodie e arrangiamenti che nei testi.

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La recensione Songs After Bongs di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-04 01:00:00

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