Nelide Bandello Bar Tritolo 2014 - Rock, Jazz

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Bar Tritolo, mai titolo fu così azzeccato, tra furori rock e free jazz

Nelide Bandello è un batterista jazz veneto, che spesso si cimenta in territori di contaminazione sonora che trascendono il genere musicale in questione.
Se provaste ad ascoltare "Bar Tritolo" (il primo album a firma Nelide Bandello) con appiglio da iper conservatori, il lavoro risulterebbe indigesto ai più per causa di forza maggiore; se invece state passando un periodo scevro da stress o da malattie psicosomatiche allora potreste potenzialmente imbattervi nell'esplosivo lavoro, visto che di tritolo stiam parlando.
Nelide, accompagnato alla chitarra e podofono da Enrico Terragnoli (il podofono è un campionatore a pedale inventato dal chitarrista stesso) e ai sax dall'influente Piero Bittolo Bon, prova a mettere giù undici tracce di pura follia sonora, tra free avangard jazz e noise rock stressato; si, un manicomio fatto di suoni e accordi deleteri che non trovano quasi mai armonie sostenibili, ma che trovano altresì centri sonori nervosi e pazzoidi.
"There will never be another youth", la traccia di apertura, è un pezzo rivelatorio di sano free jazz rock sostenuto e tutto sommato digeribile ai più.
Non appena ci si allonta dagli albori, però, inizia un viaggio mefistofelico senza troppe vie di uscita; "We pod" per esempio, una "ballata" psichedelica notturna che nemmeno Syd Barrett capirebbe; "Growl" invece è una marcia massacrante che fa l'occhiolino a certe attitudini dei romanissimi Zu, noise jazz perentorio e asfissiante; "Riscolum" non ha vie di uscite, ed è per questo che andando oltre ci si trova davanti a un muro di pesci repressi, ovvero "Go fish", una specie di marcia funebre che non vi metterà per niente a vostro agio; ancora avanti e ci troviamo dinnanzi a "El toro", malinconica passeggiata di Piero Bittolo che affronta un viaggio tutto da scoprire tra ricordi e velature jazz libere.
Sembrerebbe tutto ma c'è spazio per un omaggio ai Tangerine Dream in "Svegliati, cazzo!", anche se il brano sfocierà in sonorità che dopo trenta minuti di ascolto diventeranno famigliari, ovvero un sax in libertà che duetta con chitarra e batteria in lunghi sofismi.
"Bar tritolo", la title track inserita al decimo posto, non cambia molto la prospettiva ma vede Terragnoli nelle vesti di un ipotetico Robert Fripp e Bittolo Bon in quelle del compianto Ornette Coleman, coadiuvati dall'esperta mano ritmica di Bandello.
Un album non facile, per niente, ma costruito bene e suonato altrettanto; per visionari, sognatori, free jazzofili e amanti della sperimentazione più spinta!

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La recensione Bar Tritolo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-07-03 00:00:00

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