Joe Leaman Double penetration 1998 - Rock

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Eccoci di fronte ad un esordio fulminante, uno di quei dischi che non faticheranno molto a entrare nelle playlist di fine anno per quanto riguarda le autoproduzioni. E se vogliamo, proprio perché questa è un'autoproduzione, dobbiamo conferire più valore ai 12 pezzi qui presenti (compresa una ghost-track intitolata "Global"): dall'attacco iniziale di "Suicide will", che vale da solo il prezzo del disco, passando per "El rancho", "Marlin" e finendo allla claustrofobica "Everything went up in smoke", assistiamo alla celebrazione del lo-fi in salsa prevalentemente noise.

In poco più di tre quarti d'ora vengono sintetizzate le lezioni di Pixies, Sebadoh e Joy Division (!!!!), tanto che se l'ultimo nome del terzetto vi ha fatto sobbalzare dalla sedia per l'incomprensibile accostamento, penso che abbiate un motivo in più per sentire l'opera prima di questa band, tra l'altro vicina di casa dei Julie's Haircut, altra formazione che si muove più o meno sulle stesse coordinate.

In "Double penetration" troverete un basso irresistibile, che con i suoi ricami riesce a far giocare benissimo di sponda la chitarra di Giancarlo, a suo tempo complice di quei Julie's Haircut sopra citati nel ruolo di batterista. Ma il passato conta sempre troppo poco, perché qui non c'è traccia di plagi o scopiazzature varie, ma solo i tre classici strumenti della musica rock che vengono compressi in soluzioni a volte asfissianti ("Flowers", "Honeybear"), e a volte melodiche ("Weird cathatonic samba"), senza però guastare il gusto dell'ascoltatore.

Fa ancora più piacere che i Joe Leaman (sul perché del nome vi rimandiamo all'intervista) siano riusciti nell'intento di non strafare, mettendo insieme una dozzina di pezzi che scorrono senza mai stancare, stuzzicando perciò il fruitore di musica che col tempo si innamorerà di questo (capo)lavoro partorito in provincia.

A questo punto la prova più difficile per Mark, Giancarlo e Laura diventa il secondo album: mantenere le promesse dopo un esordio del genere è decisamente impegnativo, ma nulla toglie che il trio si riconfermi a tali livelli.

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La recensione Double penetration di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-04-16 00:00:00

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