JAMA TRIO 11:11 2015 - Folk, Blues, Acustico

11:11 precedente precedente

Un'affascinante affinità fra un timbro vocale caldo e rassicurante, un country che rapisce e il sudore di una tecnica impeccabile.

Ho provato a cercare i Jama Trio sul web, giusto per avere qualche informazione su di loro, mossa anche da una sana curiosità. Il risultato? Niente, tranne un loro sito personale aggiornato di date, press e quant’altro. Che anomalia per i tempi che corrono, ho pensato. Subito dopo ho messo su questo “11:11” e ho passato i successivi cinquanta minuti completamente rapita da ogni singola nota, che come effetto immediato si infila sotto pelle impedendoti qualsiasi pensiero esuli dalla musica sulla quale stiamo viaggiando.

Subito vengo infatti assalita da una carica di musica country talmente ben fatta, minuziosamente curata fino al midollo, limata da qualsiasi sbavatura, che fatico a credere che la band risieda in Lombardia, piuttosto che in qualche paesino sperduto del Tennessee. Provate con uno dei qualsiasi brani ed il risultato non cambierà di una virgola. Si passa da episodi più ricchi di aperture sonore (“In My Morning Glory”), a brani più scarni e nudi (“Mark Lenders”, “Everybody is going to Hell oh Lord Save Us”), passando per atmosfere puramente country (“Slobber on my Pillow”, “Country Song”) ed influenze blues marchiate da richiami gospel (“I’m a Pilgrim”, “Let Me Know”). Non mancano echi di Bob Dylan (omaggiato con la cover di “A Hard Rain’s A-Gonna Fall”), lo skiffle di The Quarrymen (“No Shelter”), e le atmosfere beatlesiane (“Hello”).

Il sound dei Jama Trio è caratterizzato da un’affascinante affinità fra un timbro vocale caldo e rassicurante, le chitarre “polverose” e il sudore di una tecnica impeccabile, un sound che ti prende per mano in modo impetuoso e ti trascina con sé, nel suo vortice. Con una manciata di ep alle spalle, pare che la maturità espressiva e musicale della band sia arrivata già con l’esordio su lunga distanza, forti di centinaia di live, duro lavoro, passione contagiosa e capacità di alto livello e in questo “11:11” è davvero difficile trovare un episodio che stoni o strida con gli altri. Da qui in avanti non si può che continuare su questa bellissima strada, che sono sicura regalerà tante soddisfazioni alla band.

---
La recensione 11:11 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-09 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia