Andrea Ricciardini Road to Future 2015 - Strumentale, Rock, Progressive

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pur se il disco è ben suonato e le sonorità mantengono fede al genere, si fa fatica a tenere alta l’attenzione fino agli ultimi brani

L’esordio musicale del siciliano Andrea Ricciardini è un tuffo nel rock progressive strumentale, influenzato da sonorità e stilemi riconducibili agli anni ’90, in cui l’atmosfera oscilla tra l’etereo, grazie all’utilizzo di distorsori di chitarra elettrica e del synth, e il terreno dei numerosi assoli di chitarre che picchiano duro in quasi tutte le tredici tracce.
Si parte con “Brainwave” in cui una lunga melodia quasi ipnotica si alterna con velocissimi blues licks e arpeggi dal sapore neoclassico. Cambio di tematica nelle successive tre tracce, ma costante l’utilizzo di una ritmica potente basata su riff di chitarra e assoli lancinanti.
A restituire un po’ di pace è la quinta traccia, “Lost in time”, che si apre con un arpeggio morbido di chitarra acustica ed un effetto di evanescenza in sottofondo dato dal synth che ci restituisce la sensazione di stare in un tempo dilatato; ma è una tregua momentanea perché a metà brano veniamo sorpresi da un riff vorticoso e scuro che ci accompagna fino alla chiusura, avvolta nel mistero. Anche la seconda parte del disco è pervasa da sonorità “aggressive” che vanno scemando negli ultimi due brani, “Sunset” e “Birmingham Sky”, quest’ultimo decisamente adatto a trasportarci verso una dimensione diversa da quella reale, appunto, il futuro. Evidenti in “Road to future” le influenze musicali di chitarristi come Steve Vai, del suo maestro Joe Satriani e di Malmsteen, dalle quali Ricciardini si distacca poco a scapito dell’originalità stilistica e compositiva. Per questo motivo, pur se il disco è ben suonato e le sonorità mantengono fede al genere, si fa fatica a tenere alta l’attenzione fino agli ultimi brani.

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La recensione Road to Future di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-07-02 00:00:00

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