Alberto Bertoli BERTOLI 2015 - Cantautoriale, Rock, Folk

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Alberto Bertoli, non solo il figlio di.

No, non ve la vogliamo menare con storia della parentela. Va bene, Alberto Bertoli è figlio di cotanto padre (Pierangelo, ça va sans dire), ma non è il caso di perdere tempo attorno a pretesti tipo successione, caratteri ereditari, insegnamenti, dna. Poi, è vero, i due si somigliano, perché mai negarlo? Stesso timbro vocale (più potente quello di papà, però), medesima voglia di affrontare la vita a muso duro. E poi la rabbia, la poesia, la vita da vivere sino a farsi male.

Ma Alberto ha scelto una strada per certi diversa rispetto a quella tracciata da Pierangelo. Vero, non del tutto e non sino in fondo. Ma intanto eccoci a regolare i conti con il rock and roll, quello di Bob Dylan, quello di Ligabue, due nomi peraltro mai invisi in casa Bertoli. In cabina di regia siedono I Nomadi e si sente, gli arrangiamenti non vanno mai sopra le righe e il suono è pulito, mai pienamente aggressivo e meno che mai muscolare, anche se il cantautore emiliano non disdegna pestare duro (“Mondo di media”). A completare l’opera alcune ballate degne di nota (come “Il clown”), una spruzzata d’Irlanda (“Senza davvero un perché”), la doverosa dedica al genitore (la dolce “E così sei con me”) e la cover di “Delta”, pezzo di Pierangelo, in arrivo da “Gli anni miei”. Dieci canzoni in fin dei conti apprezzabili, corredati da testi interessanti e per nulla banali, che non ci consentono di gridare al miracolo ma che, in compenso, hanno dallo loro una buona dose di immediatezza e onestà. Già, Alberto Bertoli c’è.

 

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La recensione BERTOLI di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-04 00:00:00

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