Ncomfortable Downtown Dub 2015 - Jungle, Drum & Bass, Breakbeat

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Ncomfortable da una dimostrazione tangibile di come si possa restare vicini al concetto di drum’n’bass allontanandosi però dallo stereotipo del genere

L’idea di recensire un album D'n'B mi destava non poche preoccupazioni, non perché il genere non sia di mio gradimento, anzi, ma semplicemente perché nel 2015 la fase di compilazione di una traccia di questo tipo ha ridotto l’inventiva ai minimi storici grazie alla miriade di preset e di factory loop presenti. È sempre stato un genere a cui non si è mai chiesto di innovare nulla, non si ha mai avuto la pretesa di sentire qualcosa di nuovo perché semplicemente è un genere che trovava il suo spazio naturale nell’adrenalina. E poi il breakbeat si sposa bene con tutto, anche uno swing se portato a 170 bpm col giro giusto di rullante e un funky hat fa muovere la testa (Catjam, e no, non è electro swing). Ma i tempi cambiano, la fame cresce, la curiosità sposa la sperimentazione, e questo per nostra fortuna porta a "Downtown dub", che con Ncomfortable da una dimostrazione tangibile di come si possa restare vicini al concetto di drum’n’bass allontanandosi però dallo stereotipo del genere.

Il bpm deve essere alto, non esistono compromessi, ma le sonorità liquid funk, acid jazz o glitch vengono completamente a mancare. L’atmosfera ricorda un po’ il dub, ma il mood che si instaura ha un corpo ed una sostanza che oscilla tra Germania e Inghilterra. Siamo molto più vicini all’emisfero dell’elettronica di Gesaffelstein, Maelstrom o Trentemøller. Mai banale o ridondante, l’architettura delle tracce è vero sì che sposa il concetto classico del genere, ma phaser, flanger e overdrive lasciano il posto a suoni più quadrati e ricercati, giustamente collocati senza i classici fade out di rito.

"Hashishin" è il brano che descrive meglio di tutti il Ncomfortable concettuale: 170 bpm, apertura classica, beat rinnovato, ambient elegante, arpeggio di rito ma curato e stilizzato perfettamente per armonizzarsi con l’innovazione, special, finale potente.

Di sicuro tra i migliori produttori in circolazione: ascoltarlo è un’esperienza nuova, ricordarsi il suo nome è l’ineluttabile conseguenza.

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La recensione Downtown Dub di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-10-22 00:00:00

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