Tetrapharmakon Tetrapharmakon 2015 - Rock, Indie, Alternativo

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I Tetrapharmakon hanno fatto un passo indietro rispetto al primo (e confuso) Ep. 11 brani rock ma non troppo e 40 monotoni minuti.

I Tetrapharmakon - dopo un primo ep in cui dimostravano di avere le idee non troppo chiare - hanno realizzato un album che sembra un ulteriore passo indietro più che un’evoluzione. Per avere un’idea chiara del percorso della band ho ascoltato entrambi i lavori ma, devo ammetterlo, è stata una bella sfida. Il nuovo disco eponimo “Tetrapharmakon” conta ben 11 tracce, eppure non c’è stato un attimo in cui mi sia sentito veramente coinvolto o piacevolmente sorpreso. A pensarci bene solo quando la fastidiosissima voce del cantante (la traccia d’apertura la dice lunga in questo senso) urla: “Roberta dimmi cosa ne pensi di me anche se non mi conosci affatto”. Mi sono messo nei panni di Roberta e purtroppo non è andata benissimo. I problemi legati a quest’album sono tanti e non si fermano certo al cantato: monotonia, approssimazione e scarsa incisività dei brani non hanno fatto di questo disco il mio rimedio epicureo.
Riguardo il punto di vista della scrittura, in particolare, prendere come campione versi del tipo “sento nella mia città, quel paradiso che un giorno verrà” o ancora “brucia in me una voglia zingara: mi sorriderà” basteranno a rendere il concetto. Anche lo strano impasto dei riff pseudo-metal e della melodia folk rock che caratterizzava alcuni brani del primo lavoro adesso è stato esteso alla quasi totalità del disco, il che non è un bene. Il risultato è agghiacciante: una sorta di versione fake dei Litfiba che ritorna imperterrita per quasi 40 minuti.

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La recensione Tetrapharmakon di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-12-16 00:00:00

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