Phylo Brightness 2014 - Trip-Hop, Indie, Alternativo

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“Brightness” è un ep che parla inglese e guarda a una tradizione poco italiana. Ben fatto e ben curato in tutti i dettagli. Adesso è il momento di osare di più.

I Phylo sono un duo che parla italiano solo nelle origini di Cecilia Cappato (alla voce e al piano) e Luca Cameletti (alle chitarre); per il resto, potrebbero essere un gruppo anglosassone a tutti gli effetti, perché guardano alla tradizione anni '90 irlandese inaugurata dai Cranberries, in quello stile della voce tutto particolare e nelle melodie che partono da una calma apparente per poi crescere progressivamente in intensità. Contemporaneamente, hanno qualcosa degli Smashing Pumpkins, ancora nell’accordo tra una voce singolare e un ottimo alternative rock.
“Brightness”, il loro primo ep, è tutto questo, intimamente. È l’ “ombra della luce” che esprime contemporaneamente gli opposti, in suoni lievi e soffusi, accanto a una voce profonda e potente.
Esemplare in questo senso è “Stayed inside”, brano di apertura, che inizia lento con profonde note di piano e cresce nella voce che si alza e che lascia con il fiato sospeso.
Più particolari e più individuali invece sono “Ain’t like home”, che aggiunge alla tradizione un’introduzione parlata convincente, prima di tornare sulla strada precedente e la successiva “Seems wise”, più intensa e meno melodica.
Ultima nota per l’ultimo brano, “Wrecking ball”, cover del successo di Miley Cyrus. Il primo merito di questa canzone è di avermi fatto ascoltare per la prima volta volontariamente un brano della giovanissima icona statunitense; il secondo è di far propria una canzone profondamente pop, darle il proprio stile e renderla apprezzabile. Bravi.
Ultimissimo consiglio: i testi meritano di essere ascoltati, riascoltati e assorbiti. Sono in inglese, ma comunque ben scritti, curati e mai scontati. Non sempre è vero che per una band è più facile scrivere in inglese, perché non si è capiti e si può essere meno attenti. Bravi anche in questo.

Insomma se lo stile rimane sempre abbastanza coerente in tutti i brani, vuol dire che i musicisti hanno un’idea chiara e precisa di quello che vogliono fare, seguono un percorso, sì già esplorato, ma poco percorso dagli “italiani”. Lo fanno bene e l’esperimento si può dire assolutamente riuscito. Ora però è il momento di osare e aggiungere qualcosa in più: dopo un buon inizio deve esserci un ottimo proseguimento.

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La recensione Brightness di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-11-30 09:50:00

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