Giancarlo Frigieri Troppo Tardi 2015 - Cantautoriale, Sperimentale

Troppo Tardi precedente precedente

Un disco molto valido dal punto di vista dei testi, un po' meno a livello di arrangiamenti. Ma non è detto che non scatti il colpo di fulmine.

Confesso di non aver frequentato la carriera solista di Giancarlo Frigieri in maniera così assidua come successo all'epoca dei Joe Leaman, la band che, tra la fine degli anni '90 e la metà del decennio successivo, lo vide protagonista di un percorso musicale che mi ha sempre affascinato. Non posso dire lo stesso, invece, relativamente ai dischi la cui ragione sociale riporta esclusivamente il suo nome. Sarà per una questione di gusti personali, poco inclini alla formula del cantautore classico, ma fatico a ritrovare lo stesso entusiasmo di un tempo ascoltando questo nuovo album, il settimo in meno di dieci anni.

Se da una parte é totalmente vero che si tratta (cito le note stampa) di "un lavoro realizzato interamente con voci e chitarre", dall'altra é vero solo in parte che i "risultati vanno oltre a quelli del classico stereotipo del cantautore". C'è, come sempre, quel timbro gucciniano a farla da padrone e, alla lunga, se non hai un debole per quello specifico modo di interpretare i brani, la noia prende il sopravvento. Poi, non lo nascondo, ci sono dei "picchi emotivi", soprattutto quando l'ascolto si concentra su ciò che canta anziché sul come. Perché Giancarlo è uno talentuoso (ma anche molto lucido e mai banale) quando mette in rima le sue storie e fotografa le crisi di mezza età, siano esse personali, di coppia o della società italiana.

Ad esempio nell'iniziale "Nakamura", caratterizzata da un arrangiamento rubato al Lou Reed di "Magic and loss", l'ex Joe Leaman fotografa e sintetizza, con un cinismo che pochi suoi omologhi possono vantare, le tante crisi relazionali tipiche dagli anta in poi ("...e intanto chiedi un altro figlio / solamente per capire se possa funzionare come buono sconto sulla sottomarca dell'amore / quanti anni persi dietro alle sciocchezze invocando la sfortuna / a copiare l'opinione altrui più bella per poterne avere una"). Piace tantissimo anche quando sfodera il suo sarcasmo su "Nel mondo che faremo", dichiarando "Il nuovo codice non sarà il vecchio gioco di metter fiori nei cannoni e poi fumarli il giorno dopo / [...] Sarà un delitto avere una dieta carnivora e kamikaze sarà una parola araba ed invecchiare sarà uno sport estremo".

Di passaggi del genere ce ne sono tantissimi, a dimostrazione del talento a cui sopra accennavamo. Continua però a non convincermi musicalmente, ma anche su questo punto ho già spiegato il mio punto di vista, riconducibile al gusto personale. Rimane un lavoro tutt'altro che di facile presa, meritevole comunque di un assaggio da parte dei più curiosi fra coloro che leggono queste righe: non è detto che non scatti il fatidico colpo di fulmine.

---
La recensione Troppo Tardi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-10-23 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia