Metal da anni zero confuso e ancora da definire, ma non per questo totalmente spiacevole.
Dalla prima traccia di questo ep capiamo bene in quale rumorosa stanza siamo finiti. Metal da anni zero, con chitarre spinte sui medi e un batterista tutto crash e doppio pedale. Riff semplici e accattivanti accompagnati da una parte di chitarra solista a volte interessante, anche se non trascendentale, preannunciano un metal corposo, tecnico, senza grosse pretese di originalità ma tutto sommato piacevole. Si passa poi a "Suffocate", la seconda traccia, che si apre con una voce indecisa e manchevole fino a prova contraria (che per fortuna arriva poco dopo, quando spinge con forza sul growl). Capisco che non sia facile mantenere un tono così greve per tutto un concerto ma il vocalist dovrebbe senz'altro provarci visto che è ciò che gli riesce decisamente meglio.
Sicuramente questi tre musicisti casertani sanno suonare e sanno come fare un disco. Per emergere avrebbero bisogno di un approccio più coraggioso e meno legato a schemi già sentiti, anche se nel disco, quando ci provano, toppano senza scusanti (in "The Black Cave" un assolo ottantiano inframezzato da una voce al limite della stonatura risulta difficilmente elogiabile).
Le atmosfere epiche che vanno a ricercare sono essenzialmente credibili ("The Giant"), anche se non si spingono abbastanza in là e tendono a lasciare presto il posto al metal anni zero di cui sopra. I ritmi incalzanti riescono comunque a legare bene i brani e a fare del disco un qualcosa da ascoltare tutto d'un fiato, dall'energica prima parte fino al più lento finale ("Still Divided"). Peccato per i tanti vizi esecutivi, ma avranno sicuramente modo per definire meglio il loro percorso, magari osando maggiormente verso un grindcore più spinto (che sembra la loro desinenza più naturale) e abbandonando quegli assoli tanto distanti dal pathos delle loro canzoni.
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La recensione After Giants Decay di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-12-01 09:15:00
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