Rayz Il Salto 2015 - Rap, Hip-Hop

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Aspettando il prossimo salto

Alla fine "Il salto" di Rayz è l'ennesimo disco nella media, come in giro ce ne sono molti, e nonostante gli sforzi a voler rivendicare l'unicità della propria esperienza e della propria vita il risultato è piatto, troppo piatto, talmente piatto che potrebbe essere usato per apparecchiare una tavola. Non si parla di autenticità, questo va messo in chiaro fin da subito, le storie raccontate dal rapper di Aversa sembrano storie vissute realmente, e la voce che narra queste storie è carica di quella passione che solo chi ha vissuto determinate esperienze sulla propria pelle riesce a trasmettere. Il problema non è legato a questo aspetto, quello interpretativo per essere più tecnici. Il problema sono i contenuti, approfonditi tutti sotto la stessa lente di ingrandimento; il problema è l'eccesso, 17 tracce + un remix sono davvero troppe da digerire per sentir parlare sempre dei soliti quattro argomenti (esempio: le tracce "Credere", "Il salto", "Non ho mai smesso", "Speranza", spiegano tutte nella stessa identica maniera che nella vita non bisogna mollare) che vengono anche riproposti seguendo le stesse strutture, le stesse dinamiche, gli stessi sviluppi (tanto valeva scrivere un ep di 4 brani + remix); il problema è la giovane età, non si può essere così giovani e sperare di cavarsela con qualcosa appena sufficiente, se questo è il tuo primo progetto dovresti osare di più, dovresti proporre qualcosa di più innovativo, se non lo fa un ragazzo alle prime armi chi? Chi ha già una carriera avviata e molto da perdere?

Le domande retoriche sono il campanello di allarme di un'esasperazione raggiunta nell'ascoltare del potenziale inespresso (perché Rayz ha senza dubbio molto potenziale) che non viene messo alla prova, non viene stimolato e si riduce al compitino portato a termine senza troppi sforzi. Rayz poteva fare di più per questo lavoro, doveva fare di più, e questa più che una recensione è una serie di consigli scritti senza la presunzione di avere la verità in tasca sempre e comunque ma dati con la speranza che già dalla prossima traccia l'atteggiamento sia diverso. La tecnica è buona, il flow è buono, l'interpretazione dei brani è buona, la delivery è buona, c'è tutto il necessario per costruire qualcosa che duri di più di qualche settimana e non perdersi fra le centinaia di pubblicazioni pubblicate ogni anno.
Un brano da cui ricominciare è "Bene universale", che parla di musica ma lo fa senza cadere nel banale e nel già sentito, un brano che emerge rispetto a tutto il resto per il modo in cui questa passione è stata affrontata ed è stata materializzata, le immagini, le pause, la respirazione, tutto molto bello.

 

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La recensione Il Salto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-01-26 09:45:00

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