Sex Division s/t 2004 - Rock, Punk, Grunge

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“Salve noi siamo I Sex Division un trio di Darfo Boario Terme, un paese in provincia di Brescia e abbiamo tutti e tre vent’anni…”.

Grandissimi! Non hanno manco scritto i titoli delle canzoni, sulla copertina disegnata a penna e fotocopiata. Suonano davvero scordinati, scordati, caciaroni e stonati ma sono immensi! Se c’è qualcosa che vagamente si possa definire punk è proprio questa attitudine sfrontata che si può avere a vent’anni. Non prendono una tonalità giusta nemmeno per sbaglio, il cantante ha lo scazzo incorporato alla chitarra, cerca di sovrastare con lunghi ululati melodie che non esistono: hanno i Pixies nel sangue anche se probabilmente non li hanno mai sentiti. Dicono di fare grunge ma non c’è niente di grunge nemmeno in un accordo. Piuttosto brancolano a fari spenti nel mare magnum di tutto ciò che era indie vent’anni fa. Arrancano e si ingrippano solo nel far partire un pezzo, sono indolenti e svogliati eppure vale molto il tutto, in una prospettiva di essere diversi dal resto. I Violent Femmes ve li ricordate? Sappiate solo che questi suonano peggio, ma molto peggio e per questo mi garbano. La Val Camonica non deve essere il massimo della vita per dei ragazzetti che mi immagino sintonizzati con tutto ciò che è obliquo e distorto, più per fisiologia che per scelta. Fanno cacare, ai miei tempi ad un loro concerto li avrebbero riempito di sputi per acclamarli. Costretti a sanguinare, diceva qualcuno. Io sputo loro addosso, ma equivale ad una standing ovation debitrice da un lato alla loro coraggiosa freschezza e dall’altro alla tenerezza che nostalgia canaglia mi impongono nelle vene. A patto che non si prendano mai sul serio e non credano di essere dei musicisti… facciano il punk che è meglio!

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-04-17 00:00:00

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