Malfunk Sound Of The Soul / Tempi Supplementari 1998 - Grunge, Crossover

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E' venuto il momento di analizzare il lavoro di una band originaria della Toscana, che ha prodotto finora due sole 'avventure' musicali. Già fin dal nome della stessa formazione si intuiscono le scelte che andranno a caratterizzare il sound: giri di basso e ritmiche che, appunto, si rifanno al funk e spesso lo contaminano con accenti di hard-rock.

Il mio tentativo di catalogazione si avvicina molto di più al suono della prima incisione, visto che la seconda prova discografica si caratterizza per un indurimento del suono, a volte quasi 'granitico'. Certo, lo so, con una sequenza di definizioni si rischia di inquadrare e, conseguentemente, limitare l'espressione artistica di questi ragazzi toscani. E allora passiamo ai brani: se in SOUND OF THE SOUL ('95) risaltano "Trust" (una scarica adrenalinica), "Carlino" (dal ritmo notevole) e le trascinanti "Earhole" e "$$$$" (canzoni costruite su ricami di basso), non si può dire lo stesso per i rimanenti 7 brani, di buon livello comunque ("Another funky song" e "What we do is secret") ma che in alcuni casi scadono nelle inutili raffinatezze ("Do me").

Passati due anni, i MALFUNK tentano di tracciare nuovi percorsi per due precisi motivi: decidono di passare a liriche in italiano, e chiamano anche il prode Marco Cocci ad interpretarle, che molti di voi avranno già visto sul grande schermo come uno dei protagonisti di "Ovo sodo".

Al di là dei riferimenti cinematografici, l'apporto al canto del nuovo vocalist ha variato non poco lo stile generale; non che in TEMPI SUPPLEMENTARI ('97) scompaia il background finora descritto, ma viene da pensare che si sia lavorato sul suono in modo tale che prevalgano aspetti molto vicini all'esperienza musicale della scena di Seattle di inizio anni '90. "Aghi nelle mani", "Vittima di vita" o "Agosto in fiamme" chiarificano le mie percezioni, mentre "Anima" è marchiata più da sonorità vicine alla new-wave. Un brano molto accattivante è "Luna nella giungla", che ricorda da vicino gli esperimenti dei SUBSONICA, pur se qui la stesura della traccia è stata precedente all'omonimo lavoro dei torinesi.

Un aspetto positivo dell'evoluzione dei MALFUNK sta proprio nel cambio di lingua, e nel fatto che si sia optato per l'italiano, visto che gli argomenti trattati sono espressione di una maturità compositiva di buon livello. Che poi possano piacere o meno questi due album è relativo alla sensibilità di ognuno; però una cosa è certa: dal vivo, e chi li ha visti me lo può confermare, questi 'guaglioni' hanno una carica pari a pochi altri! Non a caso il mio è consiglio di beccarveli in una loro spettacolare esibizione, soprattutto se vi va di muovere... i vostri culi e magari cantare in coro qualche canzone dei Parliament, dei Funkadelic e del mai troppo elogiato James Brown.

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La recensione Sound Of The Soul / Tempi Supplementari di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1998-05-07 00:00:00

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