Lebowski Disadottati 2015 - Elettronica, Punk-funk, Pop punk

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Basta giocare, al terzo album i Lebowski vogliono prenderla e prendersi sul serio (forse un po' troppo).

I Lebowski hanno deciso di fare i seri. La novità è questa. Basta con le pose da “quelli che sanno ma preferiscono parlare d'altro e fare i cazzoni perché tanto a che serve sbattersi”, stavolta si va dritti al punto: questa società fa schifo e lo diciamo senza girarci tanto intorno. Lasciamo perdere anche l'ironia, o se non vogliamo proprio lasciarla perdere, la teniamo un po' lì, vedo-non vedo. Parliamo di licenziamenti, soldi che non ci sono, vite in disarmo. Le nostre.
Il fatto è che, se da una parte questa voglia di crescere e smettere di giocare con una realtà che non fa ridere è una cosa positiva e matura, dall'altra alla lunga rende il disco un po' monotono dal punto di vista dei testi. Musicalmente invece la voglia di divertirsi e uscire dagli schemi è ancora ben viva. Già dall'inizio, da quei tre minuti di intro prima che arrivi la voce in “Rent to buy” si capisce che i nostri non hanno nessuna intenzione di smettere di ballare e farci sballare sulle note di un elettropunk tosto e vivace che continua a trafugare e mischiare suoni da Detroit a Manchester a Berlino, per imbastire un (post) rave party dove vendersi l'anima sulle rovine del mondo, sotto un cielo che è sempre meno blu.

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La recensione Disadottati di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-01-05 09:55:00

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