Redzoo Escaped Music 2004 - Psichedelia, Indie, Elettronica

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Imbattersi nell’arte di chi ha scelto la solitaria via del ‘tuttofare’ spartano é come varcare una doppia porta della percezione: da un lato sei ammirato, e ti disponi alla massima considerazione, dall’altro intimidito, una volta preso atto che allo spicchio più intimo di cuore del musicista non sarà facile accedere - soprattutto se il genere proposto é un elettronico concettuale con lampi lisergici, bagliori funky-disco e molto altro ancora.

Redzoo è il nome dell’alchimista in questione - oltre che alter ego di Salvatore Rizzo - predilige la dimensione di un laboratorio casalingo: in un ping-pong di campionamenti e genuini strumenti, punteggiati da un cantato in inglese rarefatto e distorto, assembla, sottrae, disfa e ricompone, ingegnandosi in un puzzle sonoro che potrebbe non aver fine, tanto ricche appaiono le soluzioni. Si parte con “Soul”, la cui trama articolata di chitarra e un giro di basso vagamente sinistro vengono sostenuti da una drum-machine mentre la voce solista ripete, fino a contrarsi su se stessa, “Take your own soul and sectionate it” - invito, immaginiamo, a esaminare pezzo per pezzo la propria anima. “Cox”, invece, con chitarra acustica concentrica, ricorda gli Weather Report con Miles Davis: dilatata, sospesa, quasi irrisolta nella sua staticità. “Spoons” é un gioiello in bassa fedeltà: un tintinnante tappeto elettronico fa da ingresso di lusso a una dance floor tardo 70’s, al che si registra - non a caso… o forse sì? - una nota curiosa: synth e chitarra suggeriscono le note iniziali di “More than a woman” di quella ‘febbre’ famosa, affiancate sul finire del pezzo da una tenera cornice sensuale che tanto ricorda “I got you like a spoon”.

“Thief” ha sonorità liquide frammentate tra Brian Eno e l’ultimo Davis , “The last 15 seconds of a falling meteor” sono effettivamente 15 secondi di raggelante synth e “The fifth” é un esercizio di astrazione elettronica dove i tasti vengono letteralmente scartavetrati, rimandando in seconda battuta a un sisma e al ronzìo di un elicottero. “Sexexemplo” é un piccolo saggio elettro-funk con echi gobliniani e chitarre corrosive, fin quando sopraggiunge una voce alienata che sembra dire davvero: “Che ci faccio qui?” .”Scissors for chicken” é fusion ritmata che sorprende tuttavia per brevità, ideale come sottofondo tra i 2 tempi al cinema .”Midnite”, infine, spiazza per l’ironia: il titolo allude a un incontro galante dove sentiamo un lui dirle, in modi diversi, che alla mezza sarà sua. Ma la voce é stonata, la pianola stridente e l’atmosfera inquietante. Musica ‘di testa’, insomma, quella di Redzoo, altrimenti definibile come sperimentazione in lo-fi. D’altronde egli stesso di low ha scelto anche il ‘profile’, come riportato sulla scheda allegata al cd.

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La recensione Escaped Music di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-07-21 00:00:00

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