Slow Motion Summer of my youth 2004 - Sperimentale, Elettronica

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Non poteva essere più estivo l’ultimo lavoro degli Slow Motion, ma mi riferisco all’estate stilizzata dell’elettronica colta, fatta di bagliori artificiali e sapori sintetici ed idealmente vicina alle ipnotiche fluttuazioni dell’”estate senza fine” del compositore austriaco C.Fennesz, moderatamente distante dalle soluzioni del sestetto ma sicuramente parte del pantheon di riferimento.

Vicini ai Tortoise nel gusto per le contaminazioni (cool jazz, minimalismo “d’avanguardia”…), gli Slow Motion assomigliano molto anche ai Plaid, nella loro veste meno malinconica e dilatata. Ogni possibile deviazione in questo senso è infatti “surgelata” in un equilibrio geometrico fatto di serene melodie circolari (A digital anthem, Summer of my youth), sprazzi di pop “robotico” che ricordano i Kraftwerk della fine degli anni ’70 (in a Club), capogiri sull’orlo del seducente baratro ambient e interferenze irrequiete che disturbano pulsazioni minimal/techno. Ai languori agrodolci dell’estate di Fennesz e in generale agli abissi più profondi dell’elettronica sperimentale si contrappongono quindi astrazioni lineari, glitches addomesticati e spiagge libere, mentre i deserti che talvolta si attraversano (R_drum 01) non sono quelli elegiaci dei Boards of Canada, ma quelli lattiginosi di uno schermo lasciato acceso.

Un buon lavoro, forse ancora un po’ diluito, ma complessivamente equilibrato e capace di guadagnarsi il merito di aver gestito in modo credibile una materia insidiosa.

Per chi ha superato con animo leggero gli steccati della forma canzone.

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La recensione Summer of my youth di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-08-12 00:00:00

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