Estenz d-ue 2004 - Rock'n'roll, Rock, Alternativo

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Brillante compromesso tra un onesta attitudine Rock e una ponderata vena autoriale/pop, “d-ue” dei Fiorentini Estenz scorre gradevole e lineare sin dal primo ascolto, grazie alla varietà degli arrangiamenti e soprattutto ad una serie di ritornelli a tratti malinconici a tratti colorati, a cui è davvero impossibile sottrarsi. Ricordano un po’ i Tre allegri Ragazzi Morti, con quel disincantato approccio alla materia linguistica che riesce a sublimare in piccola poesia domestica il quotidiano. Attraverso quel potente filtro che solo l’eterno adolescente sa avere, riescono a raccontare la banalità senza risultare banali, con buona capacità linguistica e un talento compositivo innegabile.

Il demo si apre con “ Com’è “, spremuta energetica di Rock un po’ alla Pearl Jam un po’ alla Silverchair, che sublima in un ritornello minimale con giretto di piano e chitarra, ingenuo ma gradevole. “ Il Giorno dove sto “ ha un incedere da sigla di cartone animato, con un abbondare grottesco di suoni synth che sembrano usciti da una tastierina giocattolo bontempi ma che, voluto o meno, è davvero affascinante. La tendenza ad eccedere nella quantità di suoni e nei ghirigori un po’ barocchi degli arrangiamenti sembra causata, più che altro, da una sentita esigenza comunicativa; Una spiccata creatività che deve solo essere educata e gestita con più parsimonia, senza la necessità di dover esprimere il proprio campionario in 3 minuti e mezzo di canzone. La vera sorpresa del Demo resta però “ L’ostetrica ed il becchino “, un piccolo capolavoro domestico capace di emozionare nel profondo, una minuscola poesia in musica che in 3 minuti racconta la storia dell’universo movendosi tra emo-punk e canzone pop d’autore. Per la capacità di creare un Rock viscerale ed elaborato al tempo stesso, per i suoni vintage dei synth e i frequenti cambi di registro, fanno venire in mente band eclettiche e multiformi come i Motorpsycho. L’arma vincente degli Estenz pare essere proprio questa, la capacità di riuscire a catalizzare emozioni attraverso la musica, di raccontare piccole storie e costruire minuscoli interspazi sonori, piccoli frammenti di esistenze appunto.

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La recensione d-ue di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-08-11 00:00:00

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