Questo degli Starshield è un classico disco della categoria 'vorrei ma non posso'. I cinque tentano con il loro epic metal di volare troppo in alto, finendo, come il buon Icaro, per scottarsi, e cadere abbastanza rovinosamente.
Anonime le composizioni, a partire dai testi (e per questa branca del 'metallo', le suggestioni testuali sono un elemento imprescindibile).
La tecnica strumentale non è malaccio (anche se le idee scarseggiano), e sicuramente ci sarà spazio per un miglioramento, ma a non convincere è soprattutto l'interpretazione vocale, priva della potenza e dell'impatto necessari a fare da guida verso le cime che il gruppo intende raggiungere, con l'unica eccezione della classica 'ballad' di "Castle of Tears".
Nei brani più lunghi (quelli attorno ai cinque - sei minuti), la 'spina dorsale' per la quale il disco dovrebbe essere ricordato, questi limiti emergono tutti: la mancanza di idee si fa lampante, e ai Nostri non rimane che esibirsi in soli triti e ritriti e in inutili ripetizioni.
La produzione non aiuta: i suoni sono spesso e volentieri ovattati'.
'Ciliegina' sulla torta: la conclusiva "You'll always live in my heart", un 'lentaccio' del quale gli Starshield avrebbero potuto veramente fare a meno: il titolo dice tutto...
L'epic metal è un genere arduo, privo di mezze misure: poche sono le band che raggiungono l'eccellenza, troppe quelle che non riescono nell'intento per mancanza di mezzi, tecnici e compositivi, cadendo il più delle volte in una disarmante banalità. Dunque non me ne vogliano gli Starshield, sono in ottima e abbondante compagnia; con l'applicazione necessaria, risultati più efficaci sono sicuramente alla loro portata.
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-09-21 00:00:00
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