Dove vuole andare a parare Aquadrop?
Formalmente, il percorso stilistico di Aquadrop non fa una grinza: camaleontico, mimetico; il suo suono in costante evoluzione ha toccato mille sfaccettature, passando dal beat chillato e multistrutturato delle prime produzioni all'ultra sound mainstream della sigla per i mondiali di calcio Sky 2014, composta in team con Big Fish. In mezzo a questo spazio temporale ci si trova di tutto: dal wonky alla dubstep, senza dimenticare lo strike fatto con "Favelas".
Con queste premesse non ci sentiamo di giudicare male o come un passaggio a vuoto quest'ultima uscita intitolata "Higher", sebbene - e va detto - ci sia davvero poco di entusiasmante nei due pezzi che compongono questo lavoro. Il problema è il senso di insoddisfazione e la sensazione di aver ascoltato qualcosa di troppo facile alle soglie del banale che arriva a fine ep.
La prima traccia ha un ottimo cantato ma è supportata da un carico troppo Major Lazer e da effetti alla Rusko che quanto meno suonano un filo datati e che rischiano di buttare il pezzo di base discreto in un calderone brostep ormai stantio.
La seconda traccia è un banger (almeno nelle intenzioni) electro in orbita Fukkk Offf anche questa con un buon cantato accompagnata però da synth edm buoni per il treno dei goal estivi di Sky o per programmi tv di rimorchio da seconda serata.
Nulla di male per carità, qualcuno potrebbe anche adorare, anche perché tecnicamente i pezzi sono ben prodotti e senza sbavature, viene da chiedersi però verso quale orientamento, e non per una banale questione moralista, quanto per un discorso di affetto nei confronti di un producer che anni fa guardava forse strade e obiettivi diversi e che invece oggi sembra mirare a finire in quel cerchio nemmeno troppo chiuso fatto di: edm, salti sulla consolle e vestiti fluo, tanto caro oltreoceano, ma che forse da noi (e se ne potrebbe parlare per ore) non prende e poco prenderà.
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La recensione Higher EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-06-09 00:00:00
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