Stefano Dentone & Antonio Ghezzani Teatro Staller 2016 - Cantautoriale, Rock, Indie

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Rock essenziale, una voce e due chitarre

Una voce e due chitarre, sulle orme del grande rock. L'essenzialità, o la “basic reality”, è l'elemento fondamentale di tutte le 19 tracce dell'album, sia nei brani in italiano sia in quelli in inglese. Le canzoni spaziano dalla ballata al rock più agitato, dall'acustico all'elettrico, dalle citazioni fino al blues di “Castaway Blues”, di “cinematografica” atmosfera. L'elettronica è praticamente assente, come anche il basso e la batteria.

C'è un terzetto di brani vicini in cui spicca la vena cantautorale e in cui la voce dà il meglio: “Requiem” si distingue per i suoni acustici pop e il testo ispirato che racconta l'Italia in modo ironico e originale; “Brucio casa mia” è una bella ballata elettrica, disperata e intima, mentre “Nuova” è quasi un flusso di coscienza su futuro, speranze, vita e felicità. “Il tempo della mosca” scorre su un suggestivo tappeto di parole e note tra poesia e sogno. Anche “Pensiero piccolo” è una bella canzone. “PierPaolo” sembra proprio dedicata a Pasolini.

Per essere interamente home-made, la produzione è buona e il risultato è piacevole all'ascolto. Cogliendo le reazioni degli ascoltatori e del pubblico presente ai concerti dal vivo, il duo livornese potrà capire quali punti di forza sviluppare nei prossimi lavori. Nei pezzi in italiano sembra forse esserci il maggiore potenziale per creare qualcosa di davvero unico e diverso nel panorama musicale.

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La recensione Teatro Staller di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-07-19 00:00:00

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