humour nero Minimi Sistemi 2016 - Pop, Alternativo, Pop rock

Minimi Sistemi precedente precedente

Un album in cui l’assenza di errori è bilanciata da un’altrettanto totale assenza di spunti

"Minimi Sistemi" è il cul de sac di ogni recensore, un labirinto buio in cui è difficile trovare la via d’uscita. È più facile stroncare un disco pessimo o tessere gli elogi di un capolavoro; cosa dire invece di un album in cui l’assenza più totale di errori è d’altro canto bilanciata da un’altrettanto totale assenza di spunti? Nel mondo della musica (e dell’arte più in generale) persino i “difetti”, le imprecisioni, se incanalate nella giusta direzione sono in grado di distinguere, di identificare un’opera. Registrazione avvenute nelle caverne, voci stridule e fastidiose, testi apparentemente senza un senso, corde di chitarre pizzicate da mani vergini da qualsivoglia tipo di scuola sono spesso capaci di comunicarci qualcosa e, nel peggiore dei casi, in grado di suscitarci un effetto splatter o quantomeno di strapparci una risata. 

Spesso si dice che amare una persona significhi accettarla in tutti i suoi difetti ma in questo caso, purtroppo, l’assenza di difetti corrisponde ad un estenuante assenza di carattere, è un pop-rock banalotto che strizza velleitariamente l’occhio a band obiettivamente irraggiungibili finendo così per assomigliare più che agli Smashing Pumpkins ad una versione triste ed un po’ sbiadita dei Velvet, quelli di “Boy Band”. La pretenziosa aspirazione all’autorialità delle composizioni si dimostra anch’essa un’arma a doppi taglio. I testi non sono brutti, sono più semplicemente piatti, mogi, espressivamente anemici, incapaci di coinvolgerti e gravidi di una critica al capitalismo tanto banale quanto fallace (questa società ci identifica con la proprietà), Il Capitale ri-arrangiato in salsa Dinosauri Onesti che certamente non renderà "Minimi Sistemi" il nuovo "Amen" dei Baustelle.

L’agio di una colletta organizzata dai propri fan in fin dei conti ha prodotto un effetto controproducente ed inverso causando un indesiderato adagio sugli allori da parte della band.
Tra lo scrivere le pagine della storia della musica indipendente italiana e l’esprimersi al di sotto delle proprie possibilità esiste una iato solo parzialmente colmabile. Gli Humor Nero sono evidentemente una formazione con una propria dimensione, un discreto seguito di pubblico e tutte le carte in regola per poterci proporre qualcosa di migliore senza ricorrere alla distruzione degli strumenti sul palco ma ecco forse spiegato il motivo per il quale continuerò sempre ad emozionarmi di più ascoltando un gruppetto di ragazzini punk che registrano in cantina.

---
La recensione Minimi Sistemi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-10-17 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia